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Rai, Minzolini all'attacco: "Vado avanti coi ricorsi Ora capisco Santoro"

L'ex direttore del Tg1, ospite alla Zanzara su Radio24, ripercorre la sua vicenda: "Hanno applicato una circolare interna solo con me. Sono diventato un azzeccagarbugli". I legali: "Ricorso d'urgenza"

Rai, Minzolini all'attacco: "Vado avanti coi ricorsi Ora capisco Santoro"

"Sono diventato un azzeccagarbugli, contro la mia natura. Mi hanno proposto di andare a New York, ma per ora non accetto nulla e vado avanti con il ricorso. Devi fare per forza così per difenderti, uso gli stessi metodi dell'azienda. Ora capisco Santoro con i suoi ricorsi e i tribunali. Ha fatto bene".

Non usa mezzi termini l'ex direttore del Tg1, Augusto Minzolini e ospite alla Zanzara su Radio24 torna a parlare della sua cacciata dal telegiornale di viale Mazzini. E lo fa con parole nette.

"Se me lo avessero chiesto, se ne poteva anche parlare, ma hanno applicato per la prima volta una norma che è inapplicabile solo per farmi fuori. Hanno applicato alla lettera una circolare interna solo con me e il colmo è che le spese di rappresentanza io alla fine le ho rimborsate mentre la Rai le ha scaricate fiscalmente. La Rai ci ha guadagnato, non è un paradosso? Allora mi incazzo e divento un azzeccagarbugli".

Sul suo rinvio a giudizio e sull'uso della carta di credito aziendale dice: "Già sto pagando una pena perché sono stato rinviato a giudizio, come il 97 per cento delle persone che passano dal tribunale di Roma, ma sono stato costretto ad andare via. Per questo la butto su questo piano. Gli altri direttori prima di me non ce l'avevano, io l'ho chiesta come benefit compensativo perché ce l'avevo anche alla Stampa".

E alla domanda dei conduttori Giuseppe Cruciani e David Parenzo che gli hanno chiesto che bisogno avesse di usare la carta aziendale considerando lo stipendio che prendeva, Minzolini ha risposto: "Guadagnavo come direttore 540mila euro all'anno, non molto di più rispetto alla Stampa ma con maggiori responsabilità. Erano spese di rappresentanza".

Minzolini poi non le manda a dire nemmeno al presidente del Consiglio di amministrazione Paolo Garimberti. "Il tg più brutto? Ma Garimberti da quale cattedra parla? Io nella mia carriera ho fatto diversi scoop e sono finito anche sulla Treccani, di Garimberti non ricordo nulla".

E sulla concorrenza del tg di Enrico Mentana dice: "Se io avessi fatto un tg come quello, con il 42 per cento di politica, sarei sceso al 13-14 per cento di share. Mentre un tg generalista come il Tg1 ha sofferto di un allargamento della scelta e del mercato".

Infine Minzolini ripercorre il suo passato e difende Berlusconi: "Ero di sinistra ma dopo l'episodio delle monetine a Craxi al Raphael sono cambiato. Non sopporto i linciaggi di piazza, insieme a quelli mediatici e giudiziari. Berlusconi ha incarnato un processo di modernizzazione che prima non esisteva. Si può dire che Berlusconi sia un rivoluzionario ed è stato sottoposto negli anni a un linciaggio mediatico e giudiziario. Al Tg1 penso di essere stato molto equilibrato e mai schierato. Ho contribuito al pluralismo, visto come è schierata l'informazione italiana; mi hanno emarginato anche perché ho dato informazioni che a molti non piacevano".

In serata arriva la conferma ufficiale da parte di Nicola Petracca e Federico Tedeschini, legali dell'ex direttore del tg dell'ammiraglia Rai: "abbiamo ricevuto ampio mandato per procedere in sede giudiziaria, ed in via d'urgenza, al fine di ottenere anzitutto la sua reintegra nelle funzioni di direttore del Tg1".

La partita non è ancora chiusa.

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