Cronaca locale

Via al referendum per far pagare 5 euro di tassa per tutte le auto

Partita la mobilitazione di un comitato trasversale: quesiti referendari col sogno di eliminare i mezzi di trasporto privati. Lo strumento è un tributo da 5 euro su tutti i veicoli, inquinanti o no: "Con i proventi più investimenti per i mezzi pubblici"

Via al referendum per far pagare 
5 euro di tassa per tutte le auto

Una città senz’auto. Che si muove solo in bicicletta, metropolitana o alla peggio usando il car sharing, ma con modelli rigorosamente elettrici come quelli appena lanciati a Parigi. Fantasia? Ci credono i promotori di "MilanoSìmuove", la campagna per cinque referendum sulla qualità della vita e dell’ambiente partita ufficialmente ieri: perché si arrivi alle urne, devono raccogliere almeno 15mila firme, l’1,5% degli iscritti, entro il prossimo 6 novembre. E lo considerano già un traguardo e un segnale della città alla giunta Moratti, visto che poi difficilmente si arriverà al voto prima della fine del mandato. Tra i sognatori di una città senza motori c’è uno che di battaglie referendarie ne sa qualcosa, il radicale Marco Cappato, insieme a lui nella raccolta firme (e forse in una futura lista per le comunali del 2011?) l’ex assessore alla Mobilità Edoardo Croci - il papà di Ecopass - e il capogruppo dei Verdi in Comune Enrico Fedrighini. Ed è Croci a spiegare come si può raggiungere l’obiettivo zero auto. Passando dal ticket solo per le auto meno inquinanti alla congestion charge, una tassa per tutti, già quantificata: 5 euro per le auto, anche se hanno il filtro anti-particolato, 10 euro per i furgoni. Via libera gratis sotto le telecamere solo ai mezzi elettrici. E il confine dovrebbe essere allargato dalla Cerchia dei Bastioni alla circolare della 90/91. "Chi usa la macchina paga, e i proventi si reinvestono nei mezzi pubblici, così non avrà più senso usare l’auto. Con 5 euro di tassa si dimezza il traffico e si recuperano 60 milioni per potenziare i bus e completare le linee 4 e 5 della metropolitana". Gli altri quesiti: conservare il futuro parco agroalimentare sull’area Expo; ricreare un porto sulla Darsena e riattivare gradualmente il sistema dei Navigli navigabili (costo dell’operazione, 10 milioni all’anno per tre anni); raddoppiare gli alberi e il verde pubblico; adottare un piano per l’energia sostenibile, che passi da incentivi al teleriscaldamento all’eliminazione delle caldaie a gasolio, per dimezzare le emissioni di gas serra. Alla campagna hanno già aderito associazioni ambientaliste (da Wwf a Legambiente, Genitori Antismog, Fai, Italia Nostra), esponenti di Iulm, Bocconi, Ospedale San Raffaele, il progettista del sito Expo Stefano Boeri, giornalisti (Daria Bignardi, Isabella Bossi Fedrigotti, Paola Maugeri) comici (come Debora Villa e Diego Parassole dello Zelig). E ha già firmato una lista bipartisan di politici che spazia dal Pietro Ichino e Davide Corritore del Pd, Benedetto della Vedova del Pdl, i liberali Michele d’Elia, Nicola Fortuna, Lorenzo Ruffatti.
"Se venissero adottate misure più coraggiose per migliorare la qualità dell’aria guadagneremmo un anno e mezzo di vita a testa, eviteremmo mille morti all’anno" sostengono i promotori di MilanoSìmuove. Il comitato dei saggi lanciato da sindaco e maggioranza? Per Croci "è un miscuglio di esponenti del Comune e dei partiti, produrrà solo il programma elettorale".
Da ieri si può firmare all’ufficio elettorale di via Messina 52, da domani anche nelle sedi dei consigli di zona e anagrafiche, banchetti già prenotati alla Darsena, Colonne di San Lorenzo, agli eventi serali all’Arena e alla Villa Reale. A settembre ci sarà una giornata di mobilitazione con gazebo in tutta la città. "Ci sono solo 120 giorni di tempo - fa presente Cappato - I certificatori più numerosi sono i dipendenti comunali ma devono avere la delega del sindaco, e confidiamo nella massima collaborazione". Il comitato parte con un fondo cassa di zero euro, 2ogni entrata e uscita sarà rendicontata su internet al sito www.milanosimuove.

it, nella massima trasparenza".

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