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Regionali, Consiglio di Stato: sì a lista Formigoni Ma a Roma dice no: la lista del Pdl resta fuori

A Palazzo Spada la camera di consiglio ha respinto l’appello presentato dalla sinistra contro la decisione del Tar della Lombardia di riammettere la lista Formigoni. Ma il Consiglio di Stato dice no alla lista del Pdl in provincia di Roma. E Berlusconi: "Magistrati ostili e punitivi"

Regionali, Consiglio di Stato: sì a lista Formigoni 
Ma a Roma dice no: la lista del Pdl resta fuori

Roma - A Palazzo Spada la camera di consiglio ha respinto l’appello presentato dalla Federazione della Sinistra contro la decisione del Tar della Lombardia di riammettere la lista "Per la Lombardia" di Roberto Formigoni alle regionali. Formigoni è, quindi, candidato alla presidenza della Regione Lombardia. Attesa per le sorti del Pdl nella provincia di Roma. Intanto il ministro delle Riforme, Umberto Bossi, avverte: "Se la lista dovesse essere riammessa, bisogna ripensare la manifestazione".

Respinto il ricorso contro Formigoni Respinto il ricorso che chiedeva il riconteggio delle firme, il listino è quindi definitivamente ammesso senza riserve. La Federazione della sinistra aveva impugnato la decisione del Tar della Lombardia, che annullava la decisione della Corte d’Appello di Milano, che aveva escluso la lista dalle prossime elezioni regionali dopo aver verificato l’irregolarità su circa 500 firme. Le verifiche erano scattate dopo un ricorso dei Radicali. Il tribunale amministrativo, però, aveva stabilito che, una volta ammessa, la lista non poteva più essere respinta sulla base del ricorso di un terzo soggetto. Decisione che è stata confermata ora dal Consiglio di Stato.

Formigoni: "Ora la parola torni alla politica" "Anche il Consiglio di Stato ci dà ragione, ed è un’altra sentenza tombale, definitiva". L'attuale governatore lombardo è soddisfatto per la decisione del Consiglio di Stato. "Ora basta con i ricorsi - ha, poi, aggiunto Formigoni - e con i confronti in Tribunale. La parola torni alla politica: confrontiamoci sui contenuti". Il presidente della Regione Lombardia ora vuole "parlare e ascoltare i miei cittadini dalla mattina alla sera per tutta la campagna elettorale come già sto facendo da tempo. Voglio poi continuare a dialogare e lavorare con loro per una Lombardia sempre più solidale e forte per tutti i prossimi 5 anni".

Roma, no alla lista del Pdl: fuori Il Consiglio di Stato ha dichiarato l'appello del Pdl contro l'esclusione della lista Pdl Roma dalle elezioni regionali improcedibile. Questo vuol dire che i giudici non si sono espressi nel merito sottolineando che non ci sono motivi per procedere. Ciò determina la definitiva esclusione della lista Pdl Roma dalle elezioni regionali. "Lunedì presenteremo ricorso al Tar del Lazio contro il provvedimento di esclusione della lista Pdl Roma disposto ieri sera dalla Corte d'appello". Lo ha annunciato il responsabile elettorale nazionale del Pdl Ignazio Abrignani. In merito alla decisione del Consiglio di Stato Abrignani ha detto: "é un passo avanti, finalmente c'é chiarezza sulle fonti normative. Si tratta adesso di smontare alcune inesattezze dette dall'Ufficio centrale regionale. Le prove che abbiamo portato non sono state valutate e tra l'altro le conclusioni degli uffici del Tribunale e della Corte D'Appello siamo in grado di dimostrare che sono contraddittorie". "Perché vi aspettavate qualcosa di diverso?". Così la candidata del centrodestra alle regionali del Lazio Renata Polverini commenta l'ordinanza. "Ormai siamo in campagna elettorale a prescindere", ha concluso.

Berlusconi: "Magistrati ostili" Dopo che a Milano si è chiarito che "la nostra situazione era assolutamente legittima e regolare", il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, attende il responso del Consiglio di Stato. "C’è un’altra cosa che è stata chiarita definitivamente e cioè che i nostri delegati non hanno avuto nessuna colpa che possa essere loro attribuita - ha spiegato Berlusconi - i magistrati degli uffici circoscrizionali hanno violato la legge elettorale e si sono comportati in modo ostile e punitivo nei confronti dei nostri delegati, impedendo loro di presentare le liste". Il premier spera, tuttavia, che "questo sia chiaro a tutti e lo sia soprattutto ai nostri elettori. Così come deve essere chiaro che a 15 giorni dalla data delle elezioni, questa magistratura sta intervenendo gettando fango su di noi e dettando a suo modo i tempi e i temi della campagna elettorale. Questo credo che in una democrazia sia davvero inaccettabile".

L'appello di Schifani Quelle delle liste elettorali "è una vicenda che ha avvelenato il dibattito elettorale distraendo i cittadini dai programmi dei candidati". Proprio per questo il presidente del Senato, Renato Schifani, si augura che "con il pronunciamento di oggi del Consiglio di Stato si possa chiudere questa fase dei veleni e si possa tornare a parlare di programmi e di progetti, consentendo ai cittadini la conoscenza delle persone da votare.

Perchè la mia paura è l’astensionismo di chi può sentirsi sconcertato da queste vicende".

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