Roma

Reja lo smorza derby: «Prima c’è il Bologna, se facciamo punti la salvezza è vicina»

Ma quale derby di gloria con sgambetto ai giallorossi: prima bisogna pensare al Bologna e alla salvezza, poi si vedrà. Questa, in soldoni, la prevedibile filosofia praticata da Reja alla vigilia della trasferta di Bologna, nonostante in città non si parli che della stracittadina e nonostante una classifica neanche troppo preoccupante. Così, ecco servito il prevedibile annuncio dell’ultima spiaggia al D’Allara. «A Bologna non possiamo fallire, sarà uno spareggio salvezza - esordisce il tecnico-. E siccome l’Atalanta farà visita alla Roma (spacciata?) dobbiamo cercare di approfittarne anche se comunque i punti in palio sono ancora tanti. Insomma si va a Bologna per fare risultato».
Intanto mentre i tifosi biancocelesti si preparano a invadere Bologna (potrebbero essere in 5mila ndr), Aleksander Kolarov, in un’intervista rilasciata domenica a un quotidiano serbo, smentisce le voci di mercato sul suo conto e ammette di essere concentrato solo sul finale di stagione della Lazio. «È bello sentire il proprio nome accostato a grandi club come il Real Madrid e il Liverpool ma, credetemi, io non ci penso. Sono solo concentrato sulla Lazio e mi sto preparando per arrivare in forma ai campionati del Mondo in Sudafrica». «Tutto quello che so, lo apprendo dai giornali, da internet o guardando la Tv - aggiunge -. Del resto ho ancora due anni di contratto e per essere sicuro parlerò col presidente Lotito, anche se non ce ne sarebbe neppure la necessità. Francamente, non ho alcun problema a rimanere a Roma, ci sto benissimo». Se proprio dovesse andar via, sicuramente la pista Inter sarebbe quella più accreditata. «Con Pandev ci sentiamo regolarmente, siamo grandi amici e questo aspetto sicuramente mi convince - ammette -. Ma con lui non parliamo solo di calcio».
Il rapporto col pubblico biancoceleste sembra essersi deteriorato da tempo. Nelle ultime gare, alla lettura delle formazioni, Kolarov viene regolarmente fischiato. Lui si difende. «Non è vero che ho sputato verso i tifosi biancocelesti, mi sono rivolto a loro dicendo che se non erano soddisfatti dello spettacolo offerto potevano anche starsene a casa - spiega -. Tutto qui. Non so perché non corra buon sangue con loro. Forse la causa sono le voci circa un mio possibile trasferimento. Sostengono che io non stia dando il massimo e che sia una delle cause principali dello scarso andamento della Lazio. Ma non sopporto quando qualcuno cerca di umiliarmi senza motivo – continua il serbo -. Forse la cattiva annata della Lazio ha gettato altra benzina sul fuoco, ma io vado avanti senza pensare a queste cose. Ci sarà sempre un idiota tra 50 mila persone. La piazza di Roma è un ambiente particolare ma io dopo tre anni sono abituato a questo. Ora la mia unica preoccupazione è salvare la Lazio. Non è ero che io voglia lasciare la Lazio per i suoi tifosi. Il conflitto che ho avuto con loro c’è stato più di un mese fa.

Stavamo giocando una partita amichevole presso il nostro centro sportivo, quando ho solo risposto ad una persona, il resto è stato tutto esagerato dai media».

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