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La replica di Tettamanzi: "L'attacco di Sallusti? Agisco solo da vescovo"

Il cardinale Dionigi Tettamanzi risponde all'editoriale scritto ieri dal direttore: "Non mi turba". E su Milano: "La sfida è la famiglia"

La replica di Tettamanzi:  
"L'attacco di Sallusti?  
Agisco solo da vescovo"

Milano - "Non conten­to di aver quasi distrutto la diocesi, oggi Tettamanzi e compagni cercano di di­struggere anche la città, tanto lui, il cardi­nale, tra pochi mesi andrà (finalmente) in pensione e i cocci saranno tutti nostri", scriveva ieri Sallusti. E oggi è arrivata la replica dell'arcivescovo di Milano che ha precisato: "Quando intervengo faccio di tutto per intervenire da credente e da vescovo, tengo presente il Vangelo, le reazioni che possono esserci non mi turbano". Agli attacchi contro Tettamanzi ha ribattuto oggi anche il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, che rispondendo alle lettere di due lettori sul ballottaggio milanese, ha bollato quelli de Il Giornale come "fendenti ingiusti e scriteriati".

L'importanza della famiglia Nel corso della conferenza stampa in Vaticano sull’incontro internazionale delle famiglie che si svolgerà l’anno prossimo a Milano, il cardinale risponde così ad una domanda dei giornalisti sulle politiche famigliari in Italia e, in particolare, a Milano: "Non solo si può fare di più, ma si deve fare di più, per la politica famigliare così come per tante altre politiche. In particolare per la famiglia sappiamo che, da un punto di vista geografico, l’Italia non brilla come potrebbe come dovrebbe".

La sfida di Milano In particolare, secondo Tettamanzi, "Milano viene sollecitata fortemente ad essere ’medio-lanum’, cioè terra di mezzo, crocevia di popoli che cercano nel Dio vivente l’unica vera risposta per la propria vita e luogo di interrogazione reciproca tra chiesa e società". E in proposito, rispondendo alle domande dei giornalisti, il cardinale ha citato il tema degli immigrati sottolinenando che l’integrazione porta ad un arricchimento reciproco. Per Tettamanzi, "questi contenuti e quelli che saranno offerti nei prossimi mesi sono salutari per noi e per tanti che vorranno lasciarsene provocare. Potranno e, auspicabilmente, dovranno provocare la nostra responsabilità e la nostra creatività ecclesiale e istituzionale. Nella nostra città - ha ricordato l’arcivescovo di Milano - ci sono 103 consoli (tanti quanti ne ha New York) che ho avuto la gioia e l’onore di incontrare l’anno scorso; fatto questo che dice come simile respiro e ampiezza di orizzonti abitino già fortemente i nostri vissuti cittadini, posto che vogliamo accorgercene".

"Dovranno confrontarsi sul tema della famiglia - ha continuato il cardinale rivolto ai giornalisti - quanti si occupano di sociale, del mondo del lavoro, del tempo libero".

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