Cronaca locale

«Repubblica» ora vuole Borrelli come sindaco

(...)Ed è proprio quest’ultimo «già» a procurargli la candidatura a Palazzo Marino; l’idea è venuta a Piero Colaprico, editorialista de la Repubblica offeso dal modo in cui, nei giorni scorsi, il ministro Gelmini non ha rinnovato a Borrelli il mandato (scaduto) alla presidenza del Conservatorio. Piccolo particolare, ma non insignificante, l’ex magistrato ha compiuto tre giorni fa 80 anni, portati benissimo, ci metterei la firma, ma sempre 80 sono. E poi sui giornali, compresa la Repubblica ci si lamenta che i giovani non trovano spazio…
Ma tant’è, i discorsi generali e saggi valgono soltanto se fanno comodo alla propria parte e ai propri amici. Colaprico contesta il modo un po’ brutale con cui la Gelmini ha liquidato Borrelli. Vero, nessuno gli ha mandato un mazzo di fiori o un bigliettino con amorosi ringraziamenti, ma di che ci si meraviglia; i rapporti tra Forza Italia prima e il Pdl adesso e l’ex procuratore capo non sono mai stati idilliaci, né mi pare che Borreli sia mai stato gentile e carino con gli esponenti del centrodestra. È stata bandita la gentilezza ma è stata bandita anche l’ipocrisia. Il mandato è scaduto, avanti un altro. Del resto proprio l’ex capo di Mani pulite sostituì al Conservatorio il finanziere Francesco Micheli, esautorato dall’allora ministro - del centrosinistra - Fabio Mussi con le stesse modalità con cui è stato sostituito ora Borrelli. Non mi pare che né l’ex magistrato, né la Repubblica si scandalizzarono più di tanto.
In realtà la candidatura di Borrelli a sindaco di Milano, provocazione o meno che sia, nasconde il desiderio di dar vita, evidentemente non soltanto a livello nazionale, a quella repubblica giudiziaria e giustizialista che da tempo è nei sogni dei vertici del quotidiano fondato da Eugenio Scalari, una repubblica che, sul piano della democraticità darebbe meno garanzie dello Stato libero di Bananas, con la differenza che i vari Di Pietro, De Magistris e Borrelli fanno ridere molto meno di Woody Allen. Che Dio ci scampi e liberi.
La seconda contestazione de la Repubblica riguarda poi la scelta del sostituto di Francesco Saverio Borrelli, cioè il trentottenne Arnoldo Mosca Mondatori, editore specializzato in produzioni televisive. Scrive Colaprico: «Il secondo punto riguarda il Giovane dal doppio cognome. Non è che siccome uno nasce diciamo altisonante è capace di suonare la stessa musica dei genitori o dei fratelli». Certo che no, ma non è detto che non possa fare anche meglio dei genitori e dei fratelli. E del resto Borrelli non fu scelto anche perché era Borrelli? La passione musicale dell’ex magistrato non poteva essere garanzia per la nuova poltrona che gli fu affidata.

Si è ben comporato? Auguriamoci, per il bene di una delle più prestigiose istituzioni musicali a livello mondiale, che Mosca Mondatori faccia meglio.

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