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La retromarcia del Csm sugli ispettori di Alfano Mancino: con scontri verbali rischio terrorismo

Dopo lo scontro istituzionale con il Guardasigilli e il richiamo di Napolitano il Consiglio superiore della magistratura frena: non verrà aperta un'istruttoria sugli 007 del ministero, ma verrà votata una risoluzione di carattere generale. Ma dal vicepresidente frecciata a Berlusconi

La retromarcia del Csm sugli ispettori di Alfano 
Mancino: con scontri verbali rischio terrorismo

Roma - Retromarcia del Csm. Non ci sarà nessuna istruttoria della sesta commissione del Consiglio superiore della magistratura sull’ispezione in corso alla procura di Trani, ma i consiglieri si limiteranno a una risoluzione di carattere generale, che ribadirà i principi del rapporto tra poteri degli 007 di Alfano e segreto investigativo. Il documento potrebbe già essere approvato in commissione la prossima settimana. Ma, contemporaneamente, ecco la stoccata del vicepresidente Mancino al premier. "Questa è una valutazione del presidente del Consiglio che io non condivido". Così Nicola Mancino ha commentato le affermazioni del presidente del Consiglio secondo il quale i magistrati che lo hanno intercettato per la vicenda Agcom dovrebbero essere puniti. E una frecciata anche per Alfano: "Per me c’è sempre stato il sereno tra le istituzioni. Se c’è qualcuno che ha polemizzato chiedete a lui".

Nessuna istruttoria Non saranno dunque sentiti a Palazzo dei Marescialli gli ispettori inviati a Trani dal ministro, né tanto meno i magistrati della procura. E nemmeno sarà acquisito il mandato che il ministro Alfano ha affidato ai suoi incaricati e che tante polemiche aveva suscitato tra i consiglieri, i quali avevano ipotizzato un intervento su materie al di fuori delle competenze degli ispettori. La decisione della commissione è in linea con le indicazioni che aveva dato il comitato di presidenza di Palazzo dei Marescialli attribuendo la competenza delle pratica alla sesta commissione,che non ha il compito di tutelare i magistrati da eventuali invasioni di campo, ma di affrontare problemi ordinamentali. L’incarico di provvedere a una ricognizione dei principi che regolano il rapporto tra i poteri degli ispettori e le indagini giudiziarie, mettendo insieme le delibere con le quali il Csm ha già affrontato il passato il problema, è stato attribuito a Ezia Maccora, presidente della commissione e togata di Magistratura Democratica. La commissione tornerà a riunirsi mercoledì 24 marzo e conta di approvare il documento finale nella stessa settimana. Sull’iniziativa della commissione resta comunque il dissenso del laico del Pdl, Gianfranco Anedda, secondo il quale il Csm non dovrebbe intervenire sul potere del ministro di inviare gli ispettori negli uffici giudiziari.

Mancino attacco "La rudezza e la violenza del linguaggio che caratterizzano gli attacchi contro la magistratura vengono sempre dalla stessa parte politica". A dirlo è il vicepresidente del Csm durante il suo intervento all’università Statale di Milano. "C’è una rudezza a volte una vera e propria violenza - dice Mancino - anche nel linguaggio, che rende impossibile mantenere in forme di dialogo costruttivo il rapporto fra istituzioni, ordini e poteri dello Stato, che è fisiologico e necessario per il buon funzionamento della Repubblica. Al contrario, eccessi verbali da una parte, sempre la stessa, gettano discredito indiscriminato e provocano repliche a volte giustamente definite fuorivianti". Secondo Mancino, "anche lo scontro verbale può creare fenomeni di terrorismo.

C’è una bella differenza tra allora ed oggi ma non dobbiamo mai ritenere che quei tempi siano irripetibili".

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