Cronache

Ricchi e poveri a Palazzo Tursi Il «paperone» è Lorenzelli

Le dichiarazioni dei redditi dei consiglieri comunali riservano qualche sorpresa

Ricchi e poveri a Palazzo Tursi Il «paperone» è Lorenzelli

Una casta? Macché, andando a curiosare le dichiarazioni dei redditi dei consiglieri comunali per il periodo d'imposta relativa al 2006, si scopre che, mediamente, sono tutto fuorché dei «paperoni». Va detto che molti degli attuali consiglieri all'epoca non lo erano, e che, per giunta, una volta eletti, «molti stanno perfino peggio» ironizza, ma non troppo, il presidente del consiglio comunale Giorgio Guerello. «Come ben sapete i consiglieri comunali guadagnano poche centinaia di euro al mese» ricorda il vicepresidente del consiglio, l'azzurro Alberto Gagliardi.
Difficile però che ora stia peggio Manuela Cappello (Italia dei Valori), oggi anche assessore in Provincia: il suo reddito imponibile annuale era di 1.058 euro. Poco più di mille euro in un anno per colei che era presidente del Civ di San Gottardo. «Era una carica volontaristica - giustifica così Cappello - e mi ero appena dimessa da un'associazione sportiva di cui ero socia». Peggio di lei solo l'azzurro Stefano Balleari che avendo un reddito pari a zero euro, la dichiarazione non l'ha neppure presentata. «Sono stato il liquidatore di una società che è stata liquidata nel 2007 - spiega Balleari - e per questo non ho percepito alcunché». Sul podio dei più poveri, Marylin Fusco (Ulivo), «avvocato mancato» si definisce poiché, non avendo titolo per esercitare, esegue attività di consulenza gratuite. Se il suo reddito imponibile è di 3.866 euro annuali lo si deve al fatto che era a capo di una segreteria politica regionale. Tra i poveri sta anche Italo Porcile (Ulivo), consulente per alcuni programmi dell'Unione europea (qualche euro in più di 6 mila il suo reddito imponibile). Però Porcile smentisce: «Sono povero, ma non così tanto - spiega - penso che l'ufficio di presidenza abbia fatto un errore e considerato solo i gettoni percepiti per esser stato consigliere comunale (lo era anche durante la precedente amministrazione, ndr)». Lilly Lauro, invece, dichiara poco più dell'ambientalista (oggi capogruppo per l'Italia dei Valori) Andrea Proto (lui 11.416). La biasottiana, fa parte di una famiglia di armatori, ma «io non lo sono, faccio la mamma e quell'anno solo un paio di semplici consulenze nel settore marittimo» chiarisce, e ha dichiarato un reddito imponibile di 14.207 euro. Non stanno meglio neanche alcuni assessori: Carlo Senesi (Rifondazione) ha dichiarato la miseria di 3.183 euro. «Sono un ingegnere chimico che lavora in proprio - spiega Senesi - e se già guadagno poco, quell'anno mi ero rotto un ginocchio e non ho lavorato per mesi. Mi ero anche scaricato l'intervento che ho svolto privatamente».
E il più ricco tra i consiglieri? Vincenzo Lorenzelli (Udc), allora presidente della fondazione Carige (poco meno di 518 mila euro il reddito imponibile). Dietro di lui l'avvocato Giorgio Guerello (159.473) e Gianni Vassallo (Ulivo), ex presidente Ami (129.416). Il professore universitario Enrico Musso è quarto con un reddito imponibile di 124.624 euro. In giunta invece il più ricco è l'assessore al Bilancio Francesca Balzani (poco più di 188 mila euro come reddito imponibile). Al secondo posto si piazza con lo stipendio di europarlamentare che allora percepiva, il sindaco Marta Vincenzi (quasi 139 mila euro di reddito imponibile).

Al terzo posto Mario Margini, allora braccio destro del sindaco Pericu, da sempre uomo di partito e presente in diversi consigli d'amministrazione.

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