Cronache

Ricerca, l'85% degli studi si perdono nel nulla Investire sì, ma purchè ci siano risultati

Gli investimenti in ricerca vengono visti da sempre come una virtù di per sè. E sono diventati, frequentemente, un cavallo di battaglia della sinistra antiberlusconiana che accusa il governo un giorno sì e l'altro pure di non spendere per l'innovazione e la ricerca. Bisogna intanto precisare che il fatto di investire in studi e ricerche non sempre è una nota positiva a prescindere

Ricerca, l'85% degli studi si perdono nel nulla 
Investire sì, ma purchè ci siano risultati

Milano - Gli investimenti in ricerca vengono visti da sempre come una virtù di per sè. E sono diventati, frequentemente, un cavallo di battaglia della sinistra antiberlusconiana che accusa il governo un giorno sì e l'altro pure di non spendere per l'innovazione e la ricerca. Bisogna intanto precisare che il fatto di investire in studi e ricerche non sempre è di per sè una nota positiva a prescindere. Le ricerche su cui si spende denaro pubblico devono portare a dei risultati concreti e devono comunque avere un riscontro valido per il Paese. Non sempre è così. E spesso l'investimento in ricerca si rivela una scommessa che si può perdere. E in quelcaso si bruciano i soldi di tutti i contribuenti. A sostenere questa tesi è stato ieri anche Iain Chalmer, ricercatore e direttore della rivista John Lind Library, durante il simposio per i 50 anni dell’Istituto di ricerca Mario Negrì, parlando degli investimenti in ricerca nel campo medico. "Circa il 50% degli studi - ha spiegato - sono progettati senza riferimenti alla ricerca dei risultati esistenti e non vengono compiuti i passi necessari per ridurre gli errori. Il che a volte ha portato negli anni a far partecipare persone a studi che si sono poi rivelati inutili. Inoltre il 50% degli studi non viene pubblicato per intero o il ricercatore non scrive nulla perchè i risultati sono stati al di sotto delle aspettative. Molti dati incerti, poi, non vengono approfonditi. Tutto ciò è senz’altro un esempio di cattiva condotta". Inoltre ha aggiunto che "tutto questo con perdite economiche quantificabili in 85 miliardi di dollari l’anno"

Inoltresempre dai dati esposti da Chalmer l’85% delle ricerche scientifiche che si fanno si "perdono", nel senso che vengono fatte senza un esame preventivo degli studi già fatti e delle conoscenze acquisite, non si considerano le reali esigenze dei pazienti o non si pubblica alcuno studio perchè i risultati sono stati deludenti. Ma al di là di tutto la ricerca è uno dei motori dello sviluppo e la sola Regione Sardegna investirà quest'anno 100 milioni di euro in ricerca, che si aggiungeranno ai 200 milioni dello scorso anno. Un dato che sconfessa chi accusa il governo e il nostro Paese di non finanziare la ricerca. Investire sì, crescere sì, ricercare anche, ma nel rispetto degli obiettivi concreti da raggiungere e soprattutto dei conti pubblici.

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