Cultura e Spettacoli

Ricordando Pasolini tra arte e cinema

«Io sono una forza del Passato. Solo nella tradizione è il mio amore» dichiarava Pier Paolo Pasolini, e le sue parole sono più che mai vive nella mostra «Pasolini e noi» che esamina come il suo lavoro sia sedimentato e abbia ispirato quello di altri artisti. Una mostra compatta e originale che viaggia in luoghi di grande fascino: «Pasolini e noi - Relazioni tra arte e cinema», curata da Laura Cherubini con catalogo Silvana Editoriale è aperta all’Istituto Nazionale per la Grafica di Roma, dove si viene accolti dal lavoro di Fabio Mauri, uno dei primi artisti ad approfondire lo scambio continuo fra arte e cinema. In una storica performance del 31 maggio 1975 alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna, poco prima della scomparsa di Pasolini, Mauri proiettò letteralmente addosso al regista il film Il Vangelo secondo Matteo. La performance viene attualizzata oggi dalla proiezione sulla camicia di Pasolini posata su una sedia, mentre le foto del 1975 di Antonio Masotti raccontano un Pasolini illuminato dalle scene del film.
Artisti più giovani, come l’australiana Tracey Moffat, hanno raccolto in modo diverso l’eredità dello scrittore. Up in the Sky è un lavoro del 1997 ispirato al film Accattone. Una serie di grandi foto seppiate trasportano le scene in un universo astratto e desertico, in cui i personaggi senza speranza acquistano una valenza desolata e contemporanea, in una sorta di raffinatissima versione di Mad Max, dove convivono violenza, agonismo ed emarginazione. Le opere video di Grazia Toderi si rifanno invece a Il fiore delle Mille e una notte. Realizzate per la Compagnia Virgilio Sieni Danza nel 1998 per lo spettacolo dal titolo omonimo, si compongono di Otto notturni e l’omaggio a Pasolini attraversa tutto il lavoro, filtrato dall’occhio sognante della Toderi.
Il percorso della mostra è interessante proprio nelle differenze tra i vari artisti e la molteplicità delle suggestioni che sollecitano il visitatore a ritrovare in sé il “proprio Pasolini”. Giulio Paolini affronta col rigore consueto l’intervento teatrale per il balletto Teorema realizzato per il Maggio Fiorentino del 1999. Ballerini e spettatori immaginari si muovono o semplicemente appaiono all’interno e dietro la classica griglia quadrata. Adrian Chodzko ricerca Pasolini attraverso un articolato lavoro. Per Reunion Salò decide di trovare i sosia dei giovani attori che interpretavano in Salò la parte degli adolescenti torturati ed uccisi; organizza poi con i ragazzi una riunione del tipo «ex compagni di scuola».

Il video risultato dell’incontro viene poi inframmezzato da scene del film di Pasolini.

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