Roma

RIFIUTI, RISCHI ANCHE NEL LAZIO

RIFIUTI, RISCHI ANCHE NEL LAZIO

Un milione e cinquecentoquarantamila euro. Questa la cifra che la Regione Lazio spende per il «funzionamento e le attività di gestione del Commissario delegato per l’emergenza rifiuti»: che almeno fino al prossimo 30 giugno sarà ancora il governatore, Piero Marrazzo. Soldi stanziati nel bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2007 (come si legge nella relativa determinazione dirigenziale) e da erogare al commissario nella persona di Piero Marrazzo, appunto, tramite versamento presso la Tesoreria Provinciale dello Stato-Banca D’Italia. Così, mentre nel Lazio la situazione rifiuti evoca ogni giorno di più lo spettro della Campania, i cittadini versano cifre salate per mantenere una struttura commissariale che finora ha dimostrato di non saper risolvere i numerosi problemi. Ormai esaurita la discarica di Malagrotta, la cui chiusura viene rinviata di anno in anno (e già oggetto di una procedura d’infrazione da parte dell’Ue); ferma al 12 per cento la raccolta differenziata, che avrebbe dovuto essere al 40 per cento in base alla normativa nazionale su cui si fonda il Piano rifiuti elaborato dallo stesso Marrazzo. Un piano discusso e da molti giudicato insufficiente. Addirittura ridotto rispetto a quello approvato nel 2002 durante la giunta Storace, perché prevede solo quattro impianti per otto linee di termovalorizzazione a San Vittore, Colleferro, Malagrotta e Albano (contro i due attualmente in funzione a San Vittore e Colleferro, e per due (..

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