Cronache

A Rimini preparano il decalogo contro i "terroristi" del tempo che farà

Le imprese e i siti web cercano un accordo: nel mirino gli allarmi scaccia-turisti

Tanto tuonò che piovvero minacce di querela. Trecento siti di informazione meteorologica sono finiti l'estate scorsa nel mirino degli albergatori, in Emilia-Romagna e in Veneto, con l'appoggio delle giunte regionali. Si volevano portare alla sbarra i «meteo-terroristi», ipotizzando niente meno che i reati di procurato allarme e concorrenza sleale. Oggi il clima è più sereno, in tutti i sensi. Si susseguono tavoli e incontri per lanciare una sorta di «decalogo» che salvaguardi la correttezza delle previsioni e il lavoro degli imprenditori danneggiati dal «meteo show». L'avvocato di Rimini Filippo Andreini segue le istanze delle associazioni di albergatori e gestori di stabilimenti balneari della riviera romagnola da Ferrara a Cattolica: al Giornale conferma che «ci sono passi avanti nella trattativa con i rappresentanti dei più visitati siti meteo. L'obiettivo è giungere presto a un “codice” di autoregolamentazione, per evitare quelle distorsioni nella comunicazione che creano un danno agli utenti e all'economia del territorio, come accaduto in passato». Ecco le accuse che gli operatori turistici muovono ad alcuni portali commerciali: toni ingiustificatamente allarmistici; identificare le perturbazioni con nomi di fantasia al solo scopo di accattivarsi i titoli dei giornali (tipo l'ultimo ciclone «Ferox»); spingersi nelle previsioni a 10 giorni e più prefigurando addirittura la situazione ora per ora; rappresentare nelle icone l'evento peggiore possibile (ad esempio un temporale di pochi minuti) in caso di tempo variabile.

Nel Paese in cui non ci sono università che rilasciano lauree in Meteorologia e con tutti i professori ordinari ormai in pensione, la correttezza delle informazioni (e del rapporto con la pubblicità) resta un nodo cruciale.

In Italia non esiste nemmeno un Servizio meteorologico nazionale; soltanto pochi mesi fa Graziano Delrio, prima di passare alle Infrastrutture, aveva annunciato il progetto di un futuribile servizio nazionale «distribuito», che dovrebbe mettere in rete le Arpa regionali e l'Aeronautica militare.

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