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"Per ripulire Napoli non guardo in faccia neanche gli alleati"

Il governatore campano Stefano Caldoro fa un distinguo sui manifestanti: "C'è gente perbene e c'è gente che semina scompiglio". Poi avverte: "La discarica non servirà per i rifiuti speciali"

"Per ripulire Napoli non guardo in faccia neanche gli alleati"

Napoli - «Io dico soltanto una cosa: c'è una legge e va applicata. E se la legge prevede che venga aperta la nuova discarica di Cava Vitiello, così sarà».

Pur sapendo bene che tra tutti i sentimenti da lui suscitati a vario titolo in questi giorni non figura certamente l'invidia, il governatore della Campania Stefano Caldoro (Pdl) sembra prenderla bene.

È troppo chiamarla grinta, presidente?
«Non mi sembra che ci possa essere un modo diverso per affrontare l'emergenza. Il problema è che anche, e direi soprattutto su questo fronte, così delicato dal momento che coinvolge salute pubblica, decoro e sicurezza, scontiamo purtroppo il ritardo strutturale di 15 anni di immobilismo e di non-decisioni».

Il bassolinismo continua insomma a produrre danni anche se non c'è più Bassolino?
«Se uno non ha mai fatto niente è inevitabile che i ritardi poi finiscano per trascinarsi. E recuperarli non è purtroppo facile».

La sua giunta che cosa ha fatto, fino a ora?
«Penso onestamente, e lo dico con orgoglio, che quello che abbiamo fatto nei quattro mesi da quando siamo entrati in carica non abbia eguali in Italia. Mi riferisco per esempio ai passi già fatti per realizzare il termovalorizzatore di Napoli est. Bene, in meno di un mese abbiamo sbloccato i terreni da adibire allo scopo decidendone la conversione all'uso. Ad agosto era già fatto tutto. La gara è già stata aperta così come quella per l'impianto di Salerno».

Che cosa ci dice della nuova discarica di Cava Vitiello. C'è già chi grida al vulnus ambientale.
«Non ci sarà nessun vulnus. Quella era già una ferita aperta nella montagna, nel parco del Vesuvio. Non l'abbiamo aperta noi, ma noi invece la rimargineremo con una prassi già usata in altre parti del Paese. La discarica servirà proprio a questo, a chiuderla nel tempo con il riversamento unicamente di rifiuti urbani trattati, e questo ci tengo a sottolinearlo. Nessun rifiuto speciale, come grida qualcuno, ci mancherebbe. Poi tutto verrà ricoperto».

Lei è ricorso a quelli che si chiamano poteri sostitutivi…
«Anche qui a parlare è la legge. In casi di emergenza e di crisi, alla notifica del questore e del prefetto io sono intervenuto per dirottare in altre discariche i rifiuti di Terzigno. Bloccare una discarica funzionante è contro la legge e c'era un serio problema di sicurezza e di salute pubblica».

Tra i tre presidenti di Provincia furiosi con lei per la decisione di far arrivare a casa loro, pur se a tempo, fino al 26 ottobre l'immondizia di Terzigno, due sono suoi compagni di partito, del Pdl. Imbarazzato?
«Proprio nessun imbarazzo. Certe richieste localistiche non hanno nessuna prospettiva. Questo era il percorso da fare e noi lo abbiamo fatto. E lo devono fare tutti».

Cosa dice alla gente che protesta?
«Dico che la protesta è legittima, ma che se si scende in strada per denunciare un problema di salute e poi si incendiano i camion e i compattatori, diffondendo così sì veleni nell'aria…»

Chi sono, quelli che scendono in strada.
«Tanti uomini e donne per bene, lo sappiamo, così come sappiamo che c'è chi si inserisce per seminare il caos con la violenza, incendiando, buttando perfino bombe carta, come si è visto».
Lei ha appena ricevuto i complimenti e la solidarietà del collega del

Veneto Luca Zaia. Che ha ribadito di non volere la vostra spazzatura, pero…
«Zaia è uno che sa giudicare gli atti amministrativi e mi fa piacere che si sia detto impressionato da quello che stiamo facendo. Perché lui conosce il problema.

E sa anche che cosa possano voler dire 15 anni di ritardi».

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