Rischio cecità per chi soffre alla retina di anomalie

Una visione poco nitida delle immagini lontane. Primo, inequivocabile, segno della miopia. Un difetto visivo molto diffuso (solo in Italia, le persone colpite sono 18milioni), facilmente correggibile e, in genere, non pericoloso. I rischi si presentano quando la miopia progredisce e diventa elevata. In questo caso si parla di una vera e propria malattia, che potrebbe portare allo sviluppo della maculopatia miopica. Una patologia della retina, responsabile di far perdere la vista, se non trattata per tempo e in modo adeguato. A farne le spese, sono soprattutto i giovani. Solo in Italia, quelli a rischio di maculopatia miopica, sono oltre 1milione. E il 5 per cento di essi potrà avere una perdita rapida e drammatica, da dieci decimi a meno di un decimo (con perdita di oltre il 90 per cento della vista), a causa della produzione di neovasi retinici. «É una situazione che, purtroppo, si evidenzia con una certa frequenza nei pazienti affetti da miopia elevata», spiega Matteo Piovella presidente della Società oftalmologica italiana (Soi). «Su questi pazienti bisogna intervenire con assoluta prontezza, mediante una terapia che ha dimostrato un'indiscutibile, straordinaria efficacia e cioè la terapia intravitreale». Si utilizzano farmaci anti-Vegf (il fattore di crescita delle cellule endoteliali vascolari), quali bevacizumab e ranibizumab. Terapie potenti e nuove, utilizzate in tutto il mondo. La loro disponibilità ha rivoluzionato la gestione della neovascolarizzazione coroideale (CNVm), la complicanza più temibile della maculopatia miopica, con risultati inimmaginabili fino a pochi anni fa. «La medicina basata sull'evidenza - aggiunge Piovella - ha da tempo e con estrema ed assoluta chiarezza, certificato questa terapia, come la più efficace nella cura delle maculopatie essudative, con l'incredibile risultato di un ripristino rapido della vista, a volte dopo una sola iniezione. In sintesi, con una o due sole iniezioni intravitreali la maggior parte di questi giovani pazienti risolve la malattia».

Nonostante i benefici visivi la terapia antivitreale, per il trattamento della maculopatia miopica, è però ad oggi off-label (senza l'indicazione scritta nel foglietto illustrativo).

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