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Rivolta a Lampedusa Berlusconi va a Tunisi: "Per fermare le partenze"

Un gruppo di immigrati annuncia lo sciopero della fame e della sete per protestare contro le condizioni "disumane". Intanto prosegue lo "svuotamento" dell'isola. Il premier lunedì a Tunisi per fermare le partenze e favorire il rimpatrio. Ammassati al porto di Lampedusa: guarda il video

Rivolta a Lampedusa 
Berlusconi va a Tunisi: 
"Per fermare le partenze"

Lampedusa - Berluscno lunedì sarà a Tunisi. Chiederà al governo tunisino l'impegno per il pattugliamento delle coste, lo stop alle partenze degli immigrati verso l'Italia e favorirne il rimpatrio. Con lui il ministro dell'Interno Maroni. Queste le decisioni prese al vertice di stasera a Palazzo Grazioli. Tra l'altro è stato ricordato che per la legge tunisina l'espatrio senza autorizzazione è reato. Il governo italiano offrirà da parte sua l'impegno a fornire equipaggiamento e attrezzature alle forze dell'ordine tunisine come veicoli fuoristrada e motovedette, oltre ad aiuti per programmi a tutela dell'ambiente e di supporto economico. "E' stata una riunione preparatoria in vista di quella di domani mattina" ha detto il ministro per gli Affari regionali Raffaele Fitto lasciando Palazzo Grazioli, dove ha partecipato ad una riunione con il presidente del Consiglio. Contemporaneamente a lui, hanno lasciato la residenza del presidente del Consiglio, anche i ministri dell'Interno e della Difesa, Roberto Maroni e Ignazio La Russa.

Rivolta a Lampedusa È rimontata la protesta degli oltre cento tunisini che stanno sfilando lungo le vie di Lampedusa. Il gruppo di extracomunitari, dopo aver incontrato il vicequestore di Agrigento, Ferdinando Guarino, sembrava essersi calmato e aver cessato la manifestazione. Invece i nordafricani, dopo pochi minuti si sono ricompattati, dirigendosi verso la stazione marittima del porto di Lampedusa. Un gruppo di immigrati ha annunciato lo sciopero della fame e della sete per protestare contro le condizioni "disumane" in cui sono costretti a vivere sull’isola. "Non ci laviamo da dieci giorni - dicono - e dormiamo a terra al freddo". A parlare con loro è il commissario di Polizia Corrado Empoli, diventato punto di riferimento per migliaia di tunisini.

Berlusconi accusa la Tunisia Il governo tunisino non sta mettendo in atto gli accordi sull’immigrazione stipulati con l’Italia, e ancora: ci sono 5 mila cittadini tunisini che non sono "particolarmente accettabili" da parte dell’Italia e, quindi, vanno rimpatriati. Secondo l’Ue per procedere al rimpatrio degli immigrati clandestini è necessario l’accordo con i Paesi d’origine, lo ha ribadito il portavoce della commissaria Ue agli Affari interni, Cecilia Malmstrom: "Bisogna distinguere fra i rifugiati che hanno diritto alla protezione internazionale, che non rappresentano più del 15/20 per cento di chi è sbarcato a Lampedusa nelle ultime settimane, e quelli che invece sono immigrati irregolari senza titoli per restare in Europa".

Il ministro Maroni "C’era l’impegno della Tunisia per il contrasto dei flussi illegali, ma finora ciò non è avvenuto, così come non c’è disponibilità ad accettare i rimpatri degli 19mila tunisini identificati. Ho chiesto quindi a Berlusconi di sollecitare il primo ministro, se necessario andando a Tunisi". Lo ha detto il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, la termine del Consiglio dei ministri. Intanto, i 50mila profughi previsti saranno equamente distribuiti nel territorio nazionale in ciascuna regione, escluso l’Abruzzo.

La giornata In giornata non si sono registrati nuovi sbarchi di migranti a Lampedusa, dove mercoledì erano giunti a più riprese 500 tunisini. Dopo il trasferimento di 1.700 tunisini, sull’isola restano comunque più di 4 mila immigrati che continuano a bivaccare sulla collinetta sovrastante il porto vecchio. Nel centro di accoglienza di contrada Imbriacola procedono le operazioni di fotosegnalamento e prelievo delle impronte digitali necessarie a identificare i migranti che devono essere trasferiti. C’è da registrare che un gruppo di tunisini ha inscenato questa mattina a Lampedusa una protesta per sollecitare trasferimento dall’isola. Gli immigrati hanno bloccato la circolazione in via Roma, nel centro del paese. La manifestazione è stata di breve durata, perché i tunisini sono stati dispersi dall’intervento dei carabinieri. Attrezzature mediche e altro materiale sanitario è stato rubato dalla tenda allestita dalla Regione siciliana nel porto di Lampedusa per prestare la prima assistenza all’arrivo dei migranti in banchina. Lo ha reso noto l’assessore regionale alla Salute, Massimo Russo, il quale ha sottolineato che era stata richiesta alle forze dell’ordine una vigilanza della struttura, ma che nessun servizio di tal genere è stato predisposto.

A seguito del furto, la tenda della Regione è stata disattivata.

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