Politica

Rivoluzione in officina, stop al caro-ricambi

Stop ai ricambi dal costo esagerato e ai vincoli imposti dalle case automobilistiche per la manutenzione e la riparazione. La Commissione europea ha varato un nuovo regolamento, la cosiddetta nuova Ber in vigore dall’1 giugno, che assicura maggiore tutela alle officine indipendenti e punta a ridurre la spesa per i pezzi di ricambio, rendendo più competitivo il settore del post-vendita.
«Riparazione e manutenzione - ha detto il commissario alla Concorrenza, Joaquin Almunia - rappresentano una parte eccessiva del costo sostenuto durante la vita di un’auto», un esborso che può raggiungere anche il 40% del totale. Vediamo, ora, di rispondere alle domande che l’automobilista si pone.
CHE COSA CAMBIA PER L’ASSISTENZA AL VEICOLO IN GARANZIA?
Le nuove regole mettono la parola fine alle pratiche abusive dei costruttori che obbligano alle riparazioni solo all’interno delle officine autorizzate: ciascun automobilista sarà libero di scegliere l’officina che vuole, senza timore di perdere la garanzia. Solo per gli interventi gratuiti, come di norma per il primo tagliando e la risoluzione di difetti del veicolo coperti dalla garanzia, dovranno necessariamente rivolgersi alla rete ufficiale di assistenza della casa. La Commissione, peraltro, assicura anche di vigilare sull’applicazione di quelle garanzie estese il cui scopo è soprattutto di evitare che il cliente si rivolga a riparatori fuori dalla propria rete. La riforma del vecchio regolamento Ber di settore, noto anche come direttiva 1400/2002 (Monti), conferma inoltre le disposizioni relative all’accesso a documentazione e informazioni tecniche da parte dei meccanici indipendenti: i costruttori sono tenuti a renderle disponibili senza condizioni, così come ad aprire agli stessi riparatori le attività di formazione.
RIVOLGERSI A UN MECCANICO GENERICO PUÒ METTERE A RISCHIO LA GARANZIA?
Perché questa non venga meno, l’officina indipendente deve essere qualificata ed eseguire il lavoro in modo corretto, disponendo delle informazioni della casa e usando ricambi originali (analoghi a quelli utilizzati nell’assemblaggio del veicolo) o di qualità corrispondente. Ogni anno gli automobilisti italiani, secondo l’Osservatorio Autopromotec, spendono in media 755 euro per manutenzioni e riparazioni: è un importo che risente dell’abitudine di rivolgersi alle reti ufficiali (lo fa oltre l’85% nei primi quattro anni di vita dell’auto), i cui prezzi sono mediamente superiori di un terzo a quelli praticati dagli indipendenti.
QUALI REGOLE CONTRIBUIRANNO A RIDURRE IL COSTO DEI RICAMBI?
Le nuove disposizioni prevedono che il fornitore dei componenti originali impiegati dal costruttore possa metterli sul libero mercato con il proprio marchio, così da permettere alle officine autorizzate e indipendenti, nonché a tutti i consumatori, di scegliere tra ricambi alternativi; inoltre, qualora il meccanico generico scelga di utilizzare pezzi non originali per la riparazione, non è più tenuto a dare prova che siano di qualità corrispondente: ora la certificazione spetta direttamente all’azienda che li produce. L’atteso aumento della concorrenza nel post-vendita ha peraltro una chiara valenza in termini di sicurezza stradale.
In periodi di crisi, infatti, i costi elevati delle riparazioni inducono gli automobilisti a ridurre al minimo gli interventi in officina, con il rischio conseguente di veder circolare veicoli meno efficienti e sicuri. Emblematico al riguardo è il caso della Gran Bretagna, dove in un anno il numero delle auto portate a riparare è calato di 2,5 milioni.
CHE COSA CAMBIA NELLA VENDITA DELLE AUTO NUOVE?
Oltre all’assistenza e alla distribuzione dei ricambi, la nuova direttiva garantisce più autonomia alle case costruttrici nel distribuire i veicoli attraverso concessionarie sia monomarca che multimarca. La Commissione dà per assodato che oggi il comparto della distribuzione automobilistica si caratterizzi per un livello di concorrenzialità tale da non richiedere più protezioni specifiche per i concessionari. Tutto questo, sia in virtù dell’ingresso nel mercato Ue di svariati marchi asiatici dalle politiche commerciali aggressive, sia per il costante ampliamento delle gamme di prodotto e per la sovraccapacità produttiva.

Eliminando i vincoli che negli accordi tra costruttori e concessionari proteggevano questi ultimi, ci si attende che possano calare i costi di distribuzione, i quali rappresentano tuttora circa il 30% del prezzo di un’auto nuova.

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