Roma

Rom a Castelromano, braccio di ferro tra vigili urbani

Claudia Passa

Nell’annosa vicenda del campo nomadi di Castel Romano, dopo la decisione del Campidoglio di consegnare agli «inquilini» nuovi moduli abitativi, a complicare le cose è un duro braccio di ferro fra vigili urbani, deflagrato in questi giorni con lunga lettera al comandante interinale Giovanni Catanzaro e al gabinetto del sindaco firmata dal dirigente del XII gruppo Massimo Ancillotti. Casus belli, le «notizie informali – scrive Ancillotti – su un immediato, automatico e, aggiungo io, sciagurato trasferimento di ogni competenza operativa e tecnico-giuridica relativa al campo nomadi dall’XI gruppo al XII gruppo, con la sola considerazione di una variata collocazione territoriale». Il riferimento è alla precedente ubicazione dell’insediamento, vicolo Savini nell’XI municipio, «sgomberato» nell’autunno scorso con destinazione Castel Romano «a totale insaputa – si legge – del personale del XII gruppo e dell’intero XII municipio».
Fino ad oggi, afferma il comandante del XII, nonostante il «trasloco», del campo nomadi s’è occupato il Nucleo assistenza emarginati dell’XI gruppo («composto da circa 10 persone» a fronte delle «circa 1000» che popolano il campo). Ma in occasione dell’assegnazione dei nuovi moduli abitativi il gabinetto del sindaco avrebbe invitato il XII gruppo – competente per territorio – ad aiutare i colleghi. Di qui la querelle, con i vigili in netta «inferiorità numerica» di fronte ai nomadi, e «l’oggettiva impossibilità di garantire adeguata vigilanza», afferma Ancillotti. Anche perché – scrive il comandante – «resta inteso che in presenza di situazioni anche solo minimamente difficili darò immediato ordine di abbandono del posto di controllo, atteso che pare incontestabile equazione logico-giuridica che tre operatori “armati” di spray al peperoncino non possono certo opporsi a nessun reale tentativo di occupazione». Un «grido d’allarme che non può restare come sempre inascoltato» spiega Alessandro Marchetti del Sulpm, visto che «la Polizia municipale viene sempre più chiamata a svolgere ruoli di sicurezza nella più completa insicurezza ed incapacità di intervento».
Ma al di là degli atavici problemi che affliggono la Municipale, a quanto pare nei prossimi giorni il comando del Corpo e l’autorità politica dovranno pronunciarsi sulle direttive per il controllo del campo. Lamentando la presenza sul territorio di propria competenza di altri campi come Tor Pagnotta, Tor dei Cenci e «almeno altri 15 insediamenti abusivi», infatti, Ancillotti considera «quantomeno inopportuno se non addirittura irresponsabile» un «automatico passaggio di gestione fra XI e XII gruppo», se non «al termine di un articolato percorso organizzativo ed operativo che non può prescindere dall’assegnazione al gruppo di almeno 8 – 10 unità esperte e specializzate», e dopo una «sinergia» di sei mesi. Fino a quel momento, «il Nae del XII gruppo – ordina il dirigente – deve astenersi dal compiere qualsiasi attività di istituto, diversa da quella attualmente svolta in orario straordinario, relativa alla gestione del campo nomadi di Castel Romano». Poi si vedrà. Sta di fatto che, piaccia o non piaccia, dallo scorso autunno il campo nomadi «provvisorio» (sic!) è stato catapultato nel XII municipio, che a rigor di logica ne detiene la competenza territoriale. Resta da chiedersi, dopo quasi un anno, come mai nella Municipale ancora non si sa chi debba occuparsene.

E, ancora, c’è chi si chiede se la vera anomalia sia la richiesta al XII gruppo di vigilare sul campo, o piuttosto il fatto che il gruppo competente per territorio – lo scrive il suo comandante – fino ad oggi non se ne sia occupato, lasciando che a farlo fossero i colleghi del gruppo affianco.

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