Cronaca locale

Rom, grande fuga dalla tolleranza zero da 10mila a 1200

Dai diecimila del 2007 in città ora sono 1200: in 3 anni ridotto a un decimo il numero dei nomadi. Il Comune vuole copiare il modello Sarkozy

Rom, grande fuga 
dalla tolleranza zero 
da 10mila a 1200

La tolleranza zero del Sarkozy milanese, al secolo Riccardo De Corato, potrà far storcere il naso ai democratici con attico in corso Venezia, ma alla lunga ha raggiunto il risultato: i nomadi sono diminuiti del 85 per cento rispetto al 2007. Negli ultimi tre anni infatti, «martellati» con oltre trecento sgomberi, gli abusivi sono scesi da 10mila a 1.200. Ma ora il Comune alza la posta. «Non basta allontanarli da Milano, dobbiamo fare come la Francia e rimpatriare chi vive di espedienti».
Il 2007 infatti è stato un anno cruciale, perché a gennaio la Romania entrò nell’Unione europa, pertanto come «comunitari» anche i rom avevano diritto alla libera circolazione in Eurlandia. Diverse Nazioni, tra cui la Spagna governata dal socialista Zapatero, intuendo il pericolo, imposero una moratoria di due anni. Non così fece il governo Prodi e i «gitani» si riversarono come un fiume in piena nel nostro Paese.
In pochi mesi, i nomadi salirono a 10mila, tra residenti in aree autorizzati dal Comune e abusivi, piazzatisi in ogni angolo della città. Si gonfiarono fino a scoppiare i campi tradizionali, altri di nuovi si creavano al Cavalcavia Giordani, alla Cascina Cassinazza, in via Bisceglie, all’Ex Marchiondi di via Noale, in via Colico, sotto il cavalcavia Bacula, in via Zubiani, in viale Sarca, alla Cascina Canelli, all’ex caserma Forlanini, all’ex scuola di via Zama, al Parco delle Memorie Industriali.
«Poi il loro numero ha cominciato a scendere - commenta ora De Corato - grazie a un’azione costante del Comune e della Prefettura che ha prodotto 302 allontanamenti dal 2007 a oggi». In questo modo, precisa il vice sindaco il numero degli abusivi è passato a 1.200, buona parte divisi tra i campi abusivi dell’ex Innse, in via Rubattino, via Pestagalli e via San Dionigi, presto oggetto di interventi. «Ma è importante lanciare un altro segnale - prosegue De Corato - quello dei rimpatri per chi non ha le condizioni di autosostentamento e vive di espedienti illeciti occupando illegalmente aree pubbliche e private. Come fa la Francia di Sarkozy».
Il vice sindaco sottolinea poi come in Via Padova e al Corvetto, teatro nei giorni scorsi di una rivolta contro i vigili urbani, «si stia facendo un lavoro straordinario grazie alle ordinanze» ai rom si è dato un «segnale di “moral suasion” che ha dunque prodotto risultati concreti».
E proprio in via Padova la polizia locale ha scoperto altri dormitori di clandestini. Nel primo caso gli agenti hanno trovato nove posti letto in 30 metri quadrati. Dentro un clandestino albanese di 26 anni, già fermato una decina di volte per falso, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione e violazione alla legge sull’immigrazione, e cinque bulgari, tra cui una donna di 45 anni, intestataria dell’affitto. Denunciata la proprietaria dell’appartamento, un italiana di 49 anni. Nel secondo intervento i vigili hanno trovato in un bilocale un trans ecuadoregno irregolare di 31 anni. Accertamenti in corso sul proprietario, che possiede una decina di appartamenti nel quartiere.

Infine in un’area demaniale dove si trova un’ex officina meccanica in disuso sono stati scovati 5 romeni e 1 siriano clandestino.

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