Cronache

Roma, si stringe il cerchio attorno ai killer dei cinesi: incastrati da telecamere

Trovate impronte e dna su borsa, scooter e caschi usati per la rapina. Potrebbero essere incastrati da una telecamera di sicurezza e alcune testimonianze. L'unica supersite: "Parlavano italiano, ma avevano un accento dell'Est". Sospetti su due magrebini

Roma, si stringe il cerchio attorno ai killer dei cinesi: incastrati da telecamere

Si potrebbero conoscere presto i volti dei killer che mercoledì sera a Roma hanno ucciso Zhou Zeng e la piccola Joy di soli 9 mesi. Dopo il ritrovamento della borsa con il bottino (abbandonata, pare, perché le banconote erno sporche di sangue) e di scooter e caschi utilizzati per la rapina, infatti, gli investigatori sarebbero riusciti a isolare le loro impronte. I due, che secondo la madre della bimba avrebbero "un accento italiano o dell'Est", potrebbero essere identificati anche attraverso l'esame del dna.

A incastrarli sono anche dalle immagini catturate da una telecamera di sicurezza che ha immortalato la fuga dello scooter con a bordo i due e le testimonianze sul casolare in cui è stata trovata la borsa, frequentato da tunisini, marocchini, romeni e maghrebini. E secondo alcune indiscrezioni i sospetti si starebbero concentrando proprio su due uomini di origine nordafricana. 

Continuano le indagini sulla vita e sull'attività di money transfer delle vittime: pare infatti che i 10mila euro trovati non fossero l'incasso del bar ma fossero destinati ad essere spediti all'estero. I rapinatori, però, conoscevano bene le abitudini della famiglia cinese, il che farebbe pensare ad un basista.

Le tracce lasciate su borsa e motorino confermerebbero che non si tratta di "professionisti".

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