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Roma si sveglia sfregiata: "Danni per 1,6 milioni". Parte la caccia ai criminali

Venti le persone fermate, tra cui sei minorenni e quattro donne Dodici gli arresti. Il ministro Maroni: "È stato evitato il morto"

Roma si sveglia sfregiata: "Danni per 1,6 milioni". Parte la caccia ai criminali

Roma - Roma ferita e offesa dalla follia dei black bloc. Ieri per la capitale è stato un risveglio amaro. L’incubo in cui è piombata improvvisamente sabato costerà alla città oltre un milione e mezzo di euro. Il bilancio dei danni provocati dai teppisti, forse migliaia, vigliaccamente nascosti tra gli Indignati, è pesante e ancora a Piazza San Giovanni, a via Cavour e a via Labicana sono evidenti i segni della battaglia ingaggiata contro le forze dell’ordine.
Le auto bruciate, i venti metri di selciato divelti per trasformare i sampietrini in proiettili e le facciate di banche, negozi e alberghi anneriti dagli incendi testimoniano che solo per un caso fortuito ieri tra i 135 feriti non c’è scappato il morto. «Crediamo che la città abbia subito danni per 1,6 milioni di euro e mi riferisco alle cose pubbliche - dichiara il sindaco Gianni Alemanno - a questi bisogna poi aggiungere quelli ai privati. Ma nessuno sarà abbandonato e chiederò un aiuto al governo per risarcire i cittadini». Il Comune, inoltre, si costituirà parte civile pretendendo «massima fermezza» contro i teppisti.
«Non deve succedere come il 14 dicembre, questi devono restare in galera - incalza Alemanno - è il primo segnale da dare. E in futuro serve un’azione preventiva delle forze dell’ordine. Quando ho denunciato i messaggi sulla rete, che chiamavano a raccolta i black bloc, mi hanno dato del provocatore. Figuriamoci se ci fosse stata un’azione preventiva da parte di polizia e magistratura contro i centri sociali e i violenti. Quanto si sarebbe parlato di azione poliziesca? Ora bisogna colpire con l’adeguata durezza questi animali».
Venti sono in tutto i fermati, tra i quali sei minorenni e quattro donne. Per dodici di loro è scattato l’arresto e oggi i pm Pietro Saviotti e Marcello Monteleone chiederanno al gip la convalida. Poi, caso per caso, valuteranno se contestare anche la devastazione e il danneggiamento oltre alla resistenza pluriaggravata a pubblico ufficiale. Ma già nelle prossime ore il numero degli «incappucciati» destinati a finire nella rete degli investigatori potrebbe salire, perché si stanno esaminando i filmati forniti dagli stessi manifestanti.
Un ringraziamento alle forze dell’ordine, al prefetto e al questore arriva dal ministro dell’Interno Roberto Maroni. «Hanno evitato che ci scappasse il morto e il rischio era concreto perché i violenti si sono volutamente fatti scudo del corteo - spiega Maroni - voglio che gli autori di queste violenze, veri e propri criminali, paghino in modo esemplare. Ho chiesto che vengano visionate attentamente le immagini relative a quanto avvenuto. Ma attenzione: il Paese non può dividersi. Quanto accaduto ieri è un fatto di inaudita gravità che va condannato da tutti senza esitazioni». Domani il ministro riferirà in Senato, illustrando le iniziative che intende assumere per evitare il ripetersi di quanto accaduto.
In effetti il campionario di armi rimasto ieri sul campo di battaglia, tra viti, bulloni, biglie di vetro, fionde, punte di ferro, bombe carta e lacrimogeni, dimostra che i teppisti erano ben organizzati. E che le forze dell’ordine volutamente non hanno reagito per non aggravare la situazione, dal momento che su 135 soggetti feriti, 105 sono carabinieri, finanzieri e poliziotti. «Di manifestazioni ne ho fatte, ma non ho visto mai una cosa così», racconta F.T., 31 anni, il militare riuscito a fuggire dal blindato dato alle fiamme dai balordi in diretta tv. Ora è ricoverato in ospedale per fratture multiple al volto. «Per fortuna avevo il casco, altrimenti sarei morto - aggiunge - non riuscivo ad andare né avanti né indietro. Mi hanno rotto lo specchietto e sono riusciti a forzare la portiera del mezzo. Poi non ricordo più nulla, sono scappato via».
Anche il vicario di Roma, cardinale Agostino Vallini, sabato involontariamente è finito in mezzo alla guerriglia, mentre usciva dal Vicariato per andare in visita pastorale.

«Sono fatti gravissimi - commenta - la violenza non porta da nessuna parte, anzi peggiora le cose».

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