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A Roma un simposio internazionale sulla lotta al doping

Trentacinque esperti mondiali discutono per due giorni sugli ormoni peptidici, ossia l'epo e il gh, nel convegno organizzato dalla Wada (l'agenzia mondiale anti-doping) col supporto della Federazione Medico Sportiva Italiana. Casasco, presidente Fmsi: «I nostri medici del laboratorio antidoping collaborano assiduamente con quelli degli altri 35 centri nel mondo». Pagnozzi, segretario generale Coni: «In questo campo l'Italia vanta vere e proprie medaglie»

Oggi e domani Roma, grazie all'impegno della Fmsi (Federazione medico sportiva italiana), sarà il centro mondiale della lotta al doping. La Wada, agenzia mondiale anti-doping, ha deciso infatti di tenere nella Capitale il simposio internazionale «Sviluppi e Strategie nel rilevamento del doping da ormoni peptidici e sostanze affini».
Per due giorni, a porte chiuse, 35 esperti internazionali (di cui 5 italiani) si riuniranno per affrontare lo scottante argomento che riguarda i peptidici, ossia l'eipo e il gh. Ieri pomeriggio l'inaugurazione ufficiale alla presenza del Ministro della Salute Ferruccio Fazio, che ha sottolineato l'importanza della lotta al doping soprattutto nello sport dilettantistico. «Il Governo italiano - ha detto Fazio - interviene nella lotta al doping occupandosi dei controlli sui dilettanti. Nel 2011 abbiamo svolto oltre 1000 controlli (1115 per la precisione), trovando positivi al doping il 10% dei ciclisti analizzati (circa 300, ndr), e il 5% degli altri sportivi. Dati rilevanti rispetto ai professionisti, per questo abbiamo stanziato un milione di euro in più quest'anno per far si che i controlli salgano a quasi 4000 atleti di quelli impegnati in discipline di resistenza come ciclismo e maratona».
Il sottosegretario con delega allo sport Rocco Crimi si è invece soffermato sui professionisti. «Sono oltre 14.000 i controlli fatti dal laboratorio anti-doping del Coni lo scorso anno, segno questo che il lavoro svolto sulla lotta al cancro del doping è molto seria in Italia, con sforzi superiori rispetto ad altri paesi europei. L'Italia sotto questo punto di vista fa molta prevenzione e dispone anche di una legge dello Stato con rivolti penali. Ma, al fianco dei controlli del Coni per lo sport di vertice, professionistico, merita un ampliamento anche il settore amatoriale e dilettantistico. Senza dimenticare di tenere sotto stretta osservazione il sempre maggiore ricorso agli integratori alimentari: all'interno della Commissione Antidoping abbiamo creato una sezione su uso ed abuso degli integratori alimentari, in particolare gli amminoacidi, e abbiamo sollecitato la Wada ad elaborare una regolamentazione internazionale in grado di limitare questo abuso a tutela della salute».
Il segretario generale Pagnozzi è orgoglioso del lavoro che svolge il laboratorio del Coni, uno dei soli 36 al mondo riconosciuti dalla Wada. «Mi piace ricordare - ha esordito - che siamo uno dei pochi paesi al mondo ad avere costituito una federazione dei medici sportivi 83 anni fa. E oggi il nostro laboratorio antidoping è uno tra i più apprezzati al mondo tra quelli riconosciuti dalla Wada, segno questo di quanto siamo all'avanguardia sulla lotta al doping. Dove l'Italia vanta vere e proprie medaglie, esattamente come quelle vinte dai nostri atleti alle Olimpiadi e che ci fanno scalare il ranking mondiale. La lotta al doping è valore aggiunto anche nella candidatura di Roma 2020».
Felice di questi riconoscimenti il dottor Maurizio Casasco, presidente della Fmsi. «Questo simposio testimonia la credibilità raggiunta a livello internazionale dalla nostra federazione sulla lotta al doping - ha sottolineato Casasco -. I nostri medici del laboratorio antidoping collaborano assiduamente con quelli degli altri 35 centri sparsi per il mondo, otteniamo sovvenzioni dalla Wada per i nostri progetti all'avanguardia, lavoreremo per il Cio ai Giochi di Londra, insomma questi risultati tangibili ci fanno andare avanti sempre più convinti del nostro operato».
Oliver Rabin, direttore Scientifico della Wada, ha infine evidenziato i motivi della scelta dell'Italia come sede del simposio internazionale: «È uno dei maggiori investitori nella lotta al doping, come testimonia l'altissima expertise del laboratorio italiano. Obiettivo della due giorni scientifica sarà quello di approfondire come e perchè gli ormoni peptidici siano di interesse doping: aumentano le prestazioni ma con gravi rischi per la salute. Dunque, si richiedono nuove strategie di rilevamento.

Il doping, comunque, è un problema della società e non solo dello sport».

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