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Roma-Soros, contatti a singhiozzo E ora spuntano anche gli arabi

Sembrava fatta, ma in serata la frenata. La Sensi vuole 250 milioni. Spalletti: «Chissà se mi tengono...»

da Roma

Una brusca frenata. Proprio nel giorno in cui la Roma e Soros sembravano a un passo dal dirsi “si”. Troppi ostacoli da superare, troppi punti da chiarire. Il quadro è chiaro: il club giallorosso e il magnate americano non sono così vicini come si poteva pensare. Quel “No comment” donato dal filantropo americano a microfoni e taccuini, alla luce della giornata di ieri, assume ora i contorni di una illusione. Una dichiarazione che sembrava strizzare l’occhio all’ottimismo e che non aveva nulla a che fare con frasi del tipo: “AS Roma what?”.
D’altronde l’arrivo nella capitale degli emissari di Soros, Horowitz e Hall, era stato accolto come la tappa fondamentale di una corsa che sembrava potersi concludere nel giro di pochi giorni. Le parti, che apparivano a buon punto, si sono incontrate due giorni or sono a due passi da Piazza di Spagna (e un altro contatto ci sarebbe stato anche ieri), grazie alla mediazione dell’avvocato De Giovanni dello studio Lovells. La Roma avrebbe chiesto agli interlocutori a stelle e strisce di quantificare il loro interesse. Insomma una “proposta scritta” che oscillerebbe tra i 200 e i 250 milioni di euro. Il club giallorosso, inoltre, intenderebbe mantenere nel futuro organigramma societario una parte dell’attuale dirigenza: professionisti quali Conti, Pradè, la Mazzoleni e la stessa Rosella Sensi nelle vesti di consigliere. In giornata, la battuta di Spalletti: «Chissà se mi tengono...».
Le conferme dell’incontro sono arrivate da Trigoria. «Giovedì un rappresentante a ciò incaricato da parte di Compagnia Italpetroli S.p.A., ha ricevuto la visita di un rappresentante di un soggetto potenzialmente interessato a rilevare tale partecipazione». Quest’ultimo ha manifestato «un possibile, generico interesse all’acquisizione del pacchetto azionario di AS Roma». Anche se tra le note del comunicato si precisa che «non sono stati definiti i valori economici di un’eventuale operazione, ne sono state raggiunte intese di alcun genere in merito ad eventuali passaggi successivi, quali attività di due-diligence contabile o legale sulla Società, o su possibili successivi incontri. Si conferma, inoltre, che non è stata aperta alcuna procedura di vendita della partecipazione in questione».
L’accordo sembrava nell’aria. Al punto che si pensava che la Sensi avrebbe disertato il Consiglio di Lega del prossimo lunedì, per concentrarsi sul “passaggio di consegne”. Tutto da rivedere, invece, e trattativa “raffreddata”. Non è da escludere che, sull’orientamento del magnate, abbia inciso il possibile arrivo di un altro gruppo non americano interessato alla Roma. E qui entra in scena una nuova cordata araba pronta a calarsi all’ombra del Cupolone. Senza dimenticare l’ormai noto problema dello stadio e il colore politico che uscirà dal ballottaggio capitolino Alemanno-Rutelli.

Il tutto mentre l’altro “Paperon de’ Paperoni” statunitense, John Joseph Fisher, sembra rimanere alla finestra in attesa di possibili sviluppi e Pier Luigi Toti, patron della Lamaro, dichiara a chiare note: «Smentisco categoricamente ogni interesse per la Roma».

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