Cronaca locale

Atac, quegli 11 milioni di euro andati in fumo per una sede che non esiste

La nuova sede non aprirà per i ritardi del gruppo del costruttore Parnasi. E l'Atac coi conti in rosso perde parte della caparra di 20 milioni di euro versata nel 2009 per un palazzo ancora da costruire

Atac, quegli 11 milioni di euro andati in fumo per una sede che non esiste

Undici milioni di euro andati in fumo. E per un’azienda con i conti in rosso come la municipalizzata dei trasporti capitolina non è una bella notizia.

I protagonisti di questa disputa legale milionaria sono Atac e il gruppo del costruttore Luca Parnasi, lo stesso indagato per corruzione nell’inchiesta sulla costruzione dello stadio a Tor di Valle. Ma andiamo con ordine. Nel 2009, secondo la ricostruzione fatta dal Messaggero, una delibera comunale dà il via al progetto per la costruzione della nuova sede dell’azienda: un palazzo di 26mila metri quadri da edificare ex novo. Costo dell’operazione: 118 milioni di euro. Nonostante i bilanci aziendali già all’epoca presentassero buchi per quasi cento milioni di euro l’affare si fa. E Atac, dopo un accordo con Bnp Paribas, versa una caparra di 20 milioni.

I lavori iniziano ma sono destinati a non concludersi mai. La consegna viene procrastinata anno dopo anno e a gennaio del 2017 Atac decide di risolvere il contratto, che intanto si era trasformato in un accordo per il pagamento di un canone di affitto di quasi 8 milioni di euro per nove annualità. Ma al momento di chiedere indietro la caparra Bnp Paribas fa muro e la disputa finisce davanti ai giudici. Alla fine il gruppo bancario e l’ad della municipalizzata Paolo Simioni giungono ad un accordo per la restituzione di nove milioni di euro. Gli altri undici resteranno nelle casse del colosso bancario francese.

L’operazione immobiliare tra Atac e Parnasi si risolve, quindi, con una perdita milionaria, che pesa, manco a dirlo, sulle spalle dei contribuenti.

E che, secondo il dossier sul concordato, ha fatto la sua parte nel condurre sull’orlo del fallimento l’azienda dei trasporti.

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