Cronaca locale

Atleta tunisina ammazzata a Ponte Sisto, a processo un 26enne rumeno

L’omicidio dell’ex campionessa olimpica di origine tunisina si è consumato lo scorso maggio: unico indiziato un 26enne rumeno, lui afferma: “Sono innocente”

Atleta tunisina ammazzata a Ponte Sisto, a processo un 26enne rumeno

Lui si dichiara innocente, ma la procura continua le indagini. Stefan Iulian Catoi sarà posto in giudizio con l’accusa di omicidio premeditato. Il giovane 26enne, playboy rumeno, è accusato di aver buttato giù da Ponte Sisto la 37enne Imen Chatbouri, celebre atleta tunisina ed ex campionessa olimpica. L’episodio è accaduto lo scorso maggio. I due ragazzi si erano conosciuti lo stesso giorno in un bar di Battistini ed erano inoltre stati visti insieme presso il Castellino di Piazza Venezia. Giudizio immediato per Catoi, questo è quanto disposto dalla procura.

L’omicidio, all’apparenza, sembra non avere un movente. Da quello che è emerso sembrava esserci un certo feeling tra Imen e Stefan e, proprio per questo motivo, avevano deciso di trascorrere qualche ora insieme. Poco prima dell’alba, Imen si era diretta da sola presso casa. Proprio in quel momento, Stefan l’avrebbe pedinata senza farle accorgere della sua presenza e, cogliendola di sorpresa, l’avrebbe buttata giù dal parapetto. Sono ancora molti i punti da chiarire sulla vicenda, ma una cosa è certa da parte degli inquirenti: quanto attuato dal rumeno non è stata né una disgrazia, né tantomeno uno scherzo finito male.

Omicidio Imen Chatbouri: Catoi rischia l’ergastolo

Le immagini della videosorveglianza mostrano una sagoma, presumibilmente Catoi, allontanarsi velocemente dalla scena dopo essere sceso sulla banchina, forse per accertarsi che la sua vittima fosse effettivamente deceduta. Imen Chatbouri è stata ritrovata dagli investigatori senza cellulare e con un giubbotto posto sotto la testa. La donna, in quella posizione, doveva dare forse l’impressione che stesse dormendo e che fosse stata rapinata. Dall’imputazione firmata dal pm Antonio Verdi è possibile leggere quanto segue: “Approfittando che ella si è sporta sul parapetto del Lungotevere dei Vallati ed era girata con il volto verso il fiume, Catoi le si avvicinava repentinamente e con mossa fulminea l' afferrava per le gambe e la scaraventava nel vuoto facendola precipitare sulla banchina adiacente al fiume, dove la giovane, a seguito dell' impatto violento, decedeva”.

Queste righe sono molto importanti, poiché basterebbe quanto scritto sopra per condannare il giovane rumeno all’ergastolo. Tuttavia, Catoi si dichiara innocente, addirittura egli si definisce vittima di un errore. Come si legge dal Messaggero, Il 26enne, al momento dell’arresto (avvenuto pochi giorni dopo il delitto) si è limitato a rispondere agli uomini della mobile: “Non so di cosa mi state accusando”.

Ad ogni modo, già nel decreto di fermo, gli inquirenti hanno tratteggiato la freddezza con cui l’uomo avrebbe posto fine alla vita della 37enne. Egli sperava che la morte di Imen fosse scambiata per un suicidio oppure per una caduta accidentale. Gli inquirenti sospettano che sia stato un litigio tra i due giovani ad innescare qualcosa nella mente di Catoi. Claudia Serafini, l’avvocato che assiste il ragazzo, è contraria a questa versione poiché “è un delitto senza un movente. I due ragazzi hanno trascorso la serata in amicizia e allegria. Stefan sostiene di non averla spinta”.

Le indagini proseguono.

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