Cronaca locale

Botticelle addio? I vetturini: "M5s ci caccia per un ricatto degli animalisti"

Altolà alle tradizionali carrozze romane che il regolamento capitolino per la gestione del trasporto pubblico non di linea mediante veicoli a trazione animale vorrebbe relegare solo in parchi pubblici e ville storiche. I vetturini insorgono: "Il Cinque Stelle ci fa la guerra per un pugno di voti"

Botticelle addio? I vetturini: "M5s ci caccia per un ricatto degli animalisti"

Altolà alle tradizionali carrozze romane che, ben prima della “rivoluzione del motore”, affollavano le strade della città eterna. Potranno circolare solo in parchi pubblici e ville storiche (guarda il video). Il nuovo regolamento capitolino per la gestione del trasporto pubblico non di linea mediante veicoli a trazione animale ha incassato l’ok delle commissioni Ambiente e Mobilità di Roma Capitale. È il presiedente di quest’ultima, Enrico Stefano, a spiegare tramite un post su Facebook le principali novità introdotte dalla normativa. In primis il divieto di usare i veicoli a trazione animale nel centro della città.

“Visto che non sanno come toglierci di mezzo - spiega a IlGiornale.it il portavoce dei vetturini romani Angelo Sed - ci mettono i bastoni tra le ruote”. D’altronde l’abolizione delle botticelle è una della promesse fatte dalla Raggi in campagna elettorale. È servita a fare breccia nel cuore degli animalisti che, adesso, le chiedono il conto. Anche perché, a maggio scorso, la bocciatura della proposta di delibera di iniziativa popolare promossa dalla Lav, che puntava ad eliminare il servizio, mandò su tutte le furie la galassia verde. E i grillini vennero tacciati di “tradimento”.

Il nodo, secondo i vetturini, è tutto lì. “È solo una questione politica - prosegue Sed - e il benessere animale non c’entra nulla”. Il numero uno dei vetturini romani staziona con il suo Levante, un purosangue inglese scartato dal circuito delle corse, di fronte al Pantheon. Attorno alla carrozza, un capannello di turisti si accalca per la photo opportunity di rito. “È una bellissima cartolina”, commenta qualcuno passando. Eppure non tutti la pensano così. C’è chi adombra qualche sospetto. “Secondo me gli animali soffrono”, dice una ragazza americana. Ed è questa l’accusa che, più di tutte, viene respinta con veemenza dai vetturini.

Alessandro, che guida la carrozza da quanto era poco più di un ragazzino, accarezza “il suo Romoletto” in maniera energica e ci dice: “Lui è la mia vita, ha diciotto anni e da dodici lavora con me, siamo cresciuti assieme. Chi dice che noi maltrattiamo i cavalli non capisce nulla, l’animalismo ormai è diventato una moda e la gente parla senza nemmeno sapere cosa dice”. Anche nel regolamento, in effetti, ci sono delle incongruenze che, secondo i vetturini, tradiscono una scarsa conoscenza del mondo animale. “Tra i nuovi divieti - incalza Sed - c’è quello di conduzione dei cavalli ad andatura differente dal passo ma per cavalli come questi, che sono dei trottatori, non va bene”.

Passano pochi attimi e vediamo sfrecciare un altro calesse, si ferma e scarica un paio di turisti. Alla guida c’è Alessio, vent’anni appena compiuti. “Questo lavoro per me è una passione iniziata quando avevo otto anni e nel fine settimana accompagnavo papà in carrozza”, ci racconta. E subito dopo la maturità non ha chiesto un’automobile o una vacanza, ma di poter prendere le redini del calesse e proseguire il lavoro che è stato di suo padre e prima ancora di suo nonno. “Questa attività non è barbara come dicono animalisti e grillini - dice sistemandosi il cappello della Roma sulla testa - ma una tradizione nobile, che ci tramandiamo di generazione in generazione. Fa parte del fascino della città”. Pensare che nel 1800 le botticelle erano più di 3mila, oggi invece di licenze in circolazione ne sono rimaste appena trentadue. “Siamo come gli ultimi dei Mohicani - scherza qualcuno - e proprio come loro non molliamo”. Anche perché, proseguono i vetturini di piazza del Phanteon, “dopo di noi avanza il deserto degli abusivi e di chi fa gli affari senza licenza”. Come, ad esempio, i risciò che da un anno a questa parte hanno invaso a frotte le strade del Centro Storico.

“A loro, però, i grillini non dicono niente”.

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