Cronaca locale

Colpita la casa romana di Ingroia: "Sono vulnerabile, non ho neanche più la scorta"

È stato lo stesso Ingroia ad annunciare del furto subito all'interno della sua abitazione di Roma in cui dice che sono stati rubati documenti di valore simbolico ai quali teneva molto

Colpita la casa romana di Ingroia: "Sono vulnerabile, non ho neanche più la scorta"

È l'ex pm Antonio Ingroia a parlare apertamente del furto che ha subito all'interno della casa di Roma dicendo che gli sono stati sottratti documenti di valore simbolico, hard disk e pen drive

Il pm dopo aver parlato del furto, in cui dice che i suoi ladri sono stati particolarmente attenti a ripulire e a portarsi via alcune pen drive insieme ad altri documenti di valore simbolico, torna a parlare della sua scorta e di come gli sia stata tolta nonostante abbia ricevuto minacce di morte anche alla fine della sua carriera da magistrato:"Posso dire che i ladri che mi hanno rubato i documenti – ha detto Ingroia - sono molto colti e collezionisti di pen drive e hard disk portatili. Questo strano furto ha sicuramente un valore simbolico con il quale chi è entrato ha voluto lasciare una firma come a dire: ‘Sappiamo che sei solo, che sei scoperto e che ti possiamo colpire quando vogliamo", riferisce l'ex pm alla trasmissione di Tv2000 come riportato da Palermo Today.

Ingroia poi torna a parlare della sua carriera da magistrato, di come abbia avuto una scorta a livelli altissimi per ben 27 anni e di come anche, di punto in bianco, gli sia stata tolta. La sua scorta prevedeva un corteo di tre macchine oltre che di dodici uomini e una squadra chiamata "di bonifica" atta a controllare tutti i luoghi che l'ex pm visitava. Nel cercare di darsi conforto ricorre a Paolo Borsellino:"La paura c'è ma come diceva Borsellino l'importante è che ci sia anche il coraggio. Temo per la mia vita, come l'ho fatto in 25 anni. Nonostante quello che si pensi, anche con la scorta non si è proprio immuni dal saltare in aria da un momento all'altro".

L'ex magistrato è conosciuto per aver avviato le indagini sulla trattativa Stato-Mafia ed era per questo che beneficiava del massimo grado di sicurezza concesso.

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