Coronavirus

Coronavirus, gli albergatori in ginocchio: "È arrivata la morte economica"

L'emergenza coronavirus si è abbattuta sul settore alberghiero come uno tsunami. La denuncia di Federalberghi: "Solo a Roma abbiamo stimato un danno di 500 milioni, a livello nazionale invece le perdite arrivano a 4,5 miliardi"

Coronavirus, gli albergatori in ginocchio: "È arrivata la morte economica"

La seconda ondata di coronavirus, quella iniziata dalla notizia di focolai in Lombardia e Veneto, sta avendo ripercussioni in tutta Italia. Non fa eccezione la città turistica per definizione, la più visitata dello Stivale: Roma. I turisti non ci sono più. Evaporati. Dissolti. È lo scotto dell'emergenza, ma anche di una certa narrazione che, soprattutto all'estero, sta scoraggiando i viaggiatori.

Le prime ad averne risentito sono le attività ricettive, a digiuno come mai prima d'ora di prenotazioni. Giuseppe Roscioli, numero uno di Federalberghi Roma, definisce quello che sta accadendo alla stregua di un vero e proprio "tsunami". "Il 90 per cento delle prenotazioni relative ai mesi di marzo e aprile sono state cancellate, ma le disdette arrivano fino ad ottobre, soprattutto dal mercato americano", denuncia Roscioli. "All'estero ci vedono come degli untori, c'è l'erronea convinzione che siamo stati noi l'epicentro del dilagare di questo virus", aggiunge. Non a caso per arginare la diffusione in diversi Paesi è prevista la quarantena precauzionale (obbligatoria o volontaria) per chi torna dall'Italia. E c'è persino chi nega l’atterraggio ai nostri connazionali o a chi ha viaggiato nel Bel Paese nelle ultime settimane (Israele, Capo Verde, Giamaica, Giordania, Arabia Saudita, Bahrein, El Salvador e via dicendo). Il risultato? "Solo a Roma abbiamo stimato un danno di 500 milioni, a livello nazionale invece le perdite arrivano a 4,5 miliardi".

Una vera e propria catastrofe. Nell'Hotel Royal Santina di via Marsala, a due passi dalla stazione Termini, ci sono quasi duecento camere, di queste appena dodici sono occupate. "Lo scorso anno di questo periodo l'albergo era pieno", ci racconta sconsolata la receptionist. A mancare all’appello non sono soltanto i turisti stranieri, ma anche gli italiani. "Le persone - dice - hanno paura a spostarsi, e 99 volte su 100 quando squilla il telefono è una cancellazione", aggiunge. Ogni disdetta implica un esborso finanziario, sono soldi che vanno restituiti a chi ha prenotato senza essere compensati da nuove entrate. Un'emergenza nell'emergenza, insomma, a cui l'esecutivo intende rispondere raddoppiando le risorse stanziate per i settori in crisi.

"Cassa integrazione in deroga, slittamento di mutui e finanziamenti e un risarcimento dei danni provocati dall'azione di governo, come il blocco dei volo da e per la Cina, che ci è costato in termini di rimborsi", è la ricetta di Roscioli per salvare il comparto. Nel frattempo si cerca di tamponare i danni mettendo in ferie il personale, ma se l'emergenza non dovesse rientrare il rischio licenziamenti è dietro l'angolo. "Abbiamo circa il 70 per cento di prenotazioni in meno e siamo in alta stagione, siamo preoccupati perché se le cose non si sistemano i primi a farne le spese saranno i dipendenti", ci racconta Irina, sales manager di un albergo in via del Corso. "Solo oggi abbiamo ricevuto decine di disdette per via della cancellazione della Maratona di Roma e della partita Italia-Inghilterra del Sei Nazioni di rugby", aggiunge.

Il problema riguarda anche i bed and breakfast. Nel caso di Expeditus, che affitta suite di lusso con vista sulla basilica di San Pietro, gli effetti dell'emergenza sono stati devastanti. "Hanno annullato tutte le prenotazioni fino a giugno", ci dice Donatella, il proprietaria. "Si ricomincerà a lavorare con gli europei di calcio che si disputeranno allo stadio Olimpico, sempre che non saltino pure quelli", aggiunge. Stessa situazione per Stars of Rome, che ha le sue camere a Piazza Pio XI. Michele, il proprietario, è affranto: "Da una settima all'altra ci siamo trovati senza lavoro, più che crisi economica la definirei una morte economica". In questo momento di paura e incertezza, la differenza la fa l'atteggiamento.

"Cerchiamo comunque di rimanere positivi, noi nel nostro piccolo stiamo cercando di far capire ai turisti che questa può anche essere un'opportunità perché - conclude speranzoso - con meno gente la città è più bella e semplice da visitare".

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