Cronaca locale

"Il finto chef mi ha aggredita", il racconto choc della studentessa

Una delle giovani vittime di Salvatore Mariano, il finto chef che molestava le studentesse dell'università Roma Tre, ha raccontato la sua esperienza: "Mi ha pedinata per giorni, è stato terribile"

"Il finto chef mi ha aggredita", il racconto choc della studentessa

"Quel tipo mi ha aggredita e molestata per giorni". Comincia così il lungo racconto di una ragazza di appena 20 anni, vittima del presunto maniaco seriale Salvatore Mariano, 23enne romano che molestava le studentesse dell'Università Roma Tre fingendosi uno chef di acclarata notorietà.

Nel mirino dello "chef" – in realtà, era un addetto alla sala in un ristorante capitolino – ci sarebbero finite almeno 40 giovani donne, tutte ventenni o poco più, adescate con la promessa di un lavoro salvo poi essere stalkerate per giorni fino all'aggressione fisica. Lo sa bene Laura (si tratta di uno pseudonimo) che alle pagine de Il Mattino ha raccontato quei giorni infernali in cui il 23enne le stava alle calcagna.

Tutto comincia il 21 dicembre. È pressapoco l'ora di pranzo e la giovane sta rincasando in metro dopo una mattinata trascorsa tra i banchi dell'università. 'Chef Salvo' le si avvicina con una scusa banale per poi trascinarla nell'ascensore della stazione. "Frequento l’università Roma Tre, da un po’ girava la notizia di questo tipo che dava fastidio alle ragazze. - spiega la giovane - Il 21 dicembre, intorno alle 17,30 prendo la metro, da Conca d’Oro verso Piramide. Scendo a Termini per un regalo, quello si avvicina e mi blocca. Potresti toglierti le cuffiette, mi fa, sai dove si prende il treno per Piramide? Gli spiego dove deve andare. E lui: era solo una scusa stupida, abbiamo fatto il tragitto insieme in metro. Ho perso la testa per te, domani parto per New York. Io gli dico che sono fidanzata e non mi interessa conoscerlo. Ma quello insiste, si presenta, dice di chiamarsi Antonio. Ti vorrei fare un regalo di Natale, continua, 500 euro, oppure se vuoi ti regalo della cocaina o dell’erba. Ti sembro tipa da cocaina, gli rispondo, e mi allontano. Lui mi afferra per la giacca con la forza, è alto circa un metro e novanta, e mi trascina in ascensore. Mi blocca abbracciandomi e mi comincia a dare baci in testa. Dai un bacio a zio Salvo, senti che effetto che mi fai. Mi metto a piangere, sono paralizzata dalla paura. Non devi aver paura, dice, vorrei solo che mi levassi i pantaloni, mi guardassi e mi dicessi come sono messo. Al rifiuto cambia tono, si arrabbia e diventa violento. Comincia a toccarmi le cosce, a quel punto trovo la forza di reagire: gli sferro un cazzotto sulla pancia e scappo".

Sconvolta per l'accaduto, e scampata alla vile aggressione per un soffio, Laura si rivolge subito ai militari di piantone in stazione per chiedere aiuto. "Sono sconvolta, - continua il racconto la 20enne - chiedo aiuto ai militari che stanno in metro, racconto quello che è successo. Mi dicono che devo andare dai carabinieri. Riprendo la metro per andare a Piramide, ancora sotto choc. Lo trovo seduto davanti a me. Mi segue quando scendo ma appena si accorge che mi avvicino ai militari scappa. Racconto quello che è successo anche a un carabiniere che è lì in stazione". C’è una ragazza, accanto a loro, ascolta la storia e interviene: "Scusate se mi intrometto, quel tipo l’ho visto uscire correndo e l’ho riconosciuto. Ha aggredito anche me. Si era presentato come Salvatore, mi aveva offerto un lavoro come hostess in un hotel, si era fatta dare il numero di telefono. All’appuntamento per parlare di lavoro mi ha aggredita e poi aveva cominciato a stalkerizzarmi, bombardandomi di telefonate. So chi è, conosco nome e cognome e profilo facebook".

Dopo la testimonianza della coetanea, Laura capisce che non c'è tempo da perdere. Così, seppure ancora sotto choc, si rivolge ai carabinieri per sporgere denuncia. Ma nei giorni a seguire il 23enne si fa vivo di nuovo: l'ha pedinata per oltre una settimana nel tragitto da casa al lavoro a sua insaputa. "La domenica dopo sono a lavoro. - chiarisce la giovane - Io lavoro solo la domenica, in un centro commerciale. Un collega mi chiama: c’è un uomo che ti ha cercata in cassa. Vado e mi trovo davanti sempre lui. Mi pedinava da giorni, almeno una settimana, sapeva tutto di me: come mi chiamo, dove lavoro e quando. Mi faccio spostare nei magazzini per non farmi vedere e all’uscita dal lavoro vado a fare una nuova denuncia per stalking. Mentre era al centro commerciale, ho poi scoperto su facebook, postava foto di lui del Colosseo".

Sono passate alcune settimane dall'ultimo incontro con il maniaco seriale finito in manette nella giornata di venerdì. Ma Laura continua ad avere paura: "E’ stato terribile. - conclude - Siamo una quarantina le ragazze che ha preso di mira e molestato.

Io mi sono fatta coraggio e ho reagito, mi chiedo cosa ha passato chi non ha avuto la stessa mia forza".

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