Cronaca locale

Roma, "No alle perquisizioni razziste". Ecco i cartelli contro gli agenti

Decine di cartelli che denunciano "perquisizioni razziste" da parte delle forze dell'ordine sono comparsi sulle pensiline delle fermate autobus di via Prenestina

Roma, "No alle perquisizioni razziste". Ecco i cartelli contro gli agenti

I controlli congiunti di polizia locale e addetti dell’Atac a bordo degli autobus romani sono iniziati da un mese. Eppure c’è già chi grida al “razzismo” definendo l’operato delle “pattuglie miste” – scese in campo per sorvegliare le tratte più pericolose e scoraggiare gli evasori – un “abuso di potere”.

È quanto si legge sui cartelli comparsi sabato mattina sulle pensiline di alcune delle fermate degli autobus di via Prenestina, nel quadrante est della città. A un primo sguardo potevano sembrare degli avvisi ufficiali, con tanto di logo della muncipalizzata dei trasporti, in realtà però erano dei fake.

Al posto della sigla Atac, infatti, c’era quella Acab, ovvero l’acronimo “All cops are bastards”. “Avviso ai passeggeri linee 5-14-19 – c’era scritto – perquisizioni razziste a bordo: è doveroso intervenire in supporto dei passeggeri discriminati per il colore della pelle”. E ancora: “Se assisti o subisci un atto di razzismo o un abuso da parte delle forze dell’ordine scrivici e racconta la tua storia a restiamoumani@gmail.com”.

Non c’è voluto molto perché qualcuno se ne accorgesse e nel giro di poche ore sono fioccate le richieste di rimozione. Il primo a sollevare la questione è stato il segretario regionale del Faisa Sicel, Claudio De Francesco, al quale si è unito il consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Andrea De Priamo. “Da quando in qua pretendere che chi sale a bordo abbia pagato il biglietto è un atto di razzismo?”, si domanda De Francesco che parla di “discriminazione ai danni del personale Atac e degli agenti”.

“È solo un pretesto – spiega il segretario regionale a Il Giornale.it – per metterci contro la gente e creare tensione, vogliono fomentare l’odio contro chi lavora onestamente per far rispettare le regole”. Anche De Priamo li ha definiti dei “cartelli gogna”.

“Al contrario – ha scritto il consigliere in una nota – i verificatori vanno sostenuti ed incentivati attraverso l’introduzione del bigliettaio a bordo per contrastare l’elusione del pagamento del biglietto”.

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