Cronaca locale

"Te magno a mozzichi", poi il sangue: giallo sul fermo del 'Brasiliano'

Il video e la foto finiscono su Facebook. Le due versioni del "Brasiliano" e della polizia dopo il fermo che risale al 6 ottobre scorso

"Te magno a mozzichi", poi il sangue: giallo sul fermo del 'Brasiliano'

C'è un giallo, nato sui social, che in queste ore sta facendo discutere Roma. O meglio il mondo dei social (e dei tifosi di calcio). Tutto nasce da una fotografia pubblicata sull'account Instagram del "Brasiliano", nome d'arte di Massimiliano M.. Fisico palestrato, diversi tuatuaggi, ultras della romanista. Nello scatto si vede l'uomo a terra con la faccia insaguinata e la testa su una scatola. Intorno a lui gli agenti di polizia. Come ci è finito? Abuso di potere degli agenti o dietro c'è dell'altro?

Le versioni, come ovvio, non coincidono. I fatti risalgono al 6 ottobre scorso quando il Brasiliano è in via Pietralta. Un video mostra le fasi del fermo: l'uomop è a torso nudo nonostante le temperature e discute con i poliziotti. Poi viene caricato sulla volante e portato al commissariato di via Sant'Ippolito. È però su quanto successo all'interno degli uffici della polizia che le versioni discordano.

"Li ho supplicati perché mi togliessero le manette - dice oggi al Tempo - loro mi hanno preso in giro, mi hanno fotografato mentre ero a terra, ridotto a una maschera di sangue, e si sono divertiti a far girare il video e quell'immagine vergognosa per divertirsi. Adesso basta, adesso la racconto io la verità". Il racconto che fa il "Brasiliano" è questo: "Non sono uno stinco di santo - ammette - però sono stato preso sotto casa mia a Pietralata e mi hanno portato in questura. Mi hanno ammanettato senza motivo, stavo tranquillo. Gli ho chiesto di togliermi le manette, di mettermele almeno davanti perché mi stava uscendo la sopalla e mi stavo sentendo male col cuore. Invece di assecondarmi mi prendevano in giro. A quel punto mi sono innervosito ed è successo un po' di parapiglia. Ho dato una botta ed è caduto un computer a terra".

Le parole dell'uomo sembrano confermare le dichiarazioni rilasciate dalla polizia. Secondo quanto scrive Fanpage, nel dispositivo della sentenza per direttissima il Brasiliano si sarebbe ferito rompendo un vetro negli uffici di Ps "nel tentativo di divincolarsi dagli agenti". "Detta mediazione con il soggetto in questione - si legge nel verbale delle forze dell'ordine - dava un esito positivo apparentemente positivo, anche se poi, in uno di questi momenti di falsa tranquillità, il medesimo con mossa repentina e fulminea nonostante avesse ancora ai polsi le manette di sicurezza, si alzava dalla sedia ove si trovava dirigendosi verso l'uscita della stanza, asserendo di volersene andare e di fatto spintonando violentemente il personale ivi presente". E ancora: "Prontamente si tentava di bloccare il Minnocci, che però improvvisamente e con forza continuava la sua azione violenta, sino a scagliarsi volontariamente con il capo contro la vetrata della porta lì posta a chiusura del corridoio antistante l'ambiente, infrangendo totalmente il vetro della parte superiore della stessa e di fatto procurandosi una ferita vicino al padiglione auricolare sinistro con copiosa fuoriuscita di liquido ematico".

Quando il Tempo gli chiede se è stato "picchiato dai poliziotti", il Brasiliano risponde: "Mi hanno preso in 4-5 e mi hanno fatto rompere una porta a vetri con l'orecchio, di lato. Tra l'altro la parte dell'occhio buono perché l'altro mi è esploso con un colpo anni fa. Sono stati loro a farmi sbattere. Io, ammanettato, avevo semplicemente chiesto di essere liberato per il dolore, ho dato una botta a una scrivania e il computer è andato a terra". Insomma: per il Brasiliano "si sono invertite le carte" e quanto raccontato dagli agenti non sarebbe vero.

Resta un dubbio: perché l'uomo parla di quanto successo solo 40 giorni dopo i fatti? "Non avrei mai parlato - spiega lui al Tempo - quante volte ci hanno menato e siamo andati a processo con la testa rotta dicendo che avevamo inciampato o che eravamo sviolati. Noi le abbiamo fatto prima di Cucchi 'ste cose". E ancora: "Se non fossero uscite le foto a presa per il c.. avrei preso le botte dai poliziotti e me ne sarei andato a casa, come sempre. So' sempre stato zitto".

Il video, condiviso dal Brasiliano su Facebook, e la stessa foto, infatti, secondo l'uomo sarebbero stati registrati dagli stessi agenti. "Video e foto sono stati fatti da loro - dice - il riflesso dell'uomo sul finestrino della macchina in strada che riprende il momento in cui vengo fermato è quello di un poliziotto". Il filmato (guarda) mostra un Brasiliano "agitato" ("alterato", dice lui) a torso nudo e, secondo una fonte del Tempo, "dopo una collutazione con gli agenti del Reparto Mobile". Le forze dell'ordine (almeno dieci) gli dicono di "andare a casa" ma lui inveisce contro qualcuno: "A pezzo de m... Io me te magno a mozzichi". Intorno a lui tantissimi poliziotti. Il Brasiliano sembra già sanguinare dalla mano. "Ridi sto c...

", dice a uno degli agenti in borghese.

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