Politica

Rosarno, la rivolta di gennaio

Era il sette gennaio scorso quando due extracomunitari furono feriti a Rosarno con colpi d’arma da fuoco. Fu questo episodio a dare inizio alla rivolta degli immigrati impegnati nella raccolta degli agrumi nelle campagne della piana di Gioia Tauro

Rosarno, la rivolta di gennaio

Rosarno - Era il sette gennaio scorso quando due extracomunitari furono feriti a Rosarno con colpi d’arma da fuoco. Fu questo episodio a dare inizio alla rivolta degli immigrati impegnati nella raccolta degli agrumi nelle campagne della piana di Gioia Tauro. Centinaia di auto furono distrutte, cassonetti divelti e svuotati sull’asfalto, ringhiere di abitazioni danneggiate. Queste scene di guerriglia urbana proseguirono per diversi giorni.

Alla protesta degli immigrati ci fu la reazione dei residenti di Rosarno che decisero di scendere in piazza per una controrivolta. Furono vissuti giorni terribili con una tensione altissima tra italiani e stranieri che si fronteggiavano lungo le strade. Al termine degli scontri il bilancio fu di 53 persone rimaste ferite nel corso della guerriglia urbana.

Tra i feriti 21 furono immigrati, 14 italiani, 10 agenti di polizia e 8 carabinieri. I circa 2.500 immigrati, sparsi tra Rosarno e paesi limitrofi, vivevano in condizioni disumane in fabbriche abbandonate come quella dell’ex Opera Sila e della "Rognetta" oppure occupavano casolari abbandonati. Per rifugiarsi avevano realizzato delle capanne di cartone. Dopo la rivolta ci fu il trasferimento degli immigrati in strutture di accoglienza. 440 stranieri furono portati nel Cpa di Crotone e 269 in quello di Bari.

A questi si aggiunsero altre centinaia di immigrati che si sono allontanarono da Rosarno con mezzi propri.

Commenti