Cultura e Spettacoli

Roy Disney: vi regalo «La piccola fiammiferaia» e un nuovo «Fantasia»

A Positano il nipote di Walt racconta i progetti della sua famosa azienda, in cui è da poco rientrato dopo aver vinto una lunga causa giudiziaria

Federico Fiecconi

da Positano

«Disney is back». La Disney, quella vera in carne e cartoni, è fra noi. Cartoons on the Bay, Festival del cinema d'animazione di Rai Trade giunto al suo decennale, premia con il Pulcinella alla carriera Roy Disney, nipote del fondatore Walt. Roy Disney, classe 1930, è fresco vincitore di una tenzone che per due anni ha trasformato in uno psicodramma la favola Disney. Da una parte Michael Eisner, il boss che vent'anni fa lo stesso Roy aveva messo a capo dell'impero trasformando un'azienda imbolsita nella Fabbrica di Sogni miliardari. Dall'altra un Roy deluso dagli ultimi anni di gestione accentratrice di Eisner e sempre più deciso a ripristinare il verbo della schiatta: «Walt lasciava fare i conti a mio padre Roy e non creava secondo il credo dei denari. Lui metteva sull'altare i suoi animatori, i creativi come gli uomini della Pixar che in dieci anni con noi, da Toy Story a oggi, hanno rivoluzionato la scena dell'animazione». Così dopo aver vinto una guerra di trincea condotta dal sito www.saveDisney.com, Roy Disney esulta: «Festeggiamo un doppio ritorno: quello della Pixar di Steve Jobs, che abbiamo rischiato di perdere e che ora è il primo azionista privato della Disney, e il mio rientro nella Company. È come in quella scena del Mago di Oz in cui gli gnomi esultano: “La strega è morta!”. Senza Eisner siamo liberi di inseguire progetti creativi e non di rincorrere il bieco profitto immediato».
Parola dell'uomo più ricco del mondo numero 645, che quando non sta discettando di topi e paperi guida attività finanziarie per 2,8 miliardi di dollari. E va bene la creatività, ma il business è il suo mestiere. «La Disney - dice - non ha ancora aderito al nuovo protocollo che in queste ore sta rivoluzionando il mercato rendendo disponibili i film su dvd e internet in lancio simultaneo: vogliamo capire meglio questa novità». Ma già si scommette che l'accorpamento della Pixar di Steve Jobs presto porterà anche in Disney il benefico effetto che la musica da scaricare ha portato sui bilanci della Apple. In California animatori della nuova generazione stanno già creando con tecnologia flash brevi filmati destinati ad essere scaricati sui telefonini, derivati dai vecchi Aladdin e Sirenetta. È già tempo di dare strada anche ai nuovi prodigi di casa Pixar. «Il 9 giugno esce il nuovo film di John Lasseter, Cars. E poi da agosto Lasseter assumerà la direzione creativa dei progetti animati e dei parchi: torneremo a immergere le famiglie in una grande esperienza di intrattenimento». Una Disney Pixar-centrica, ma senza dimenticare il topo di bandiera. A Positano dietro Roy Disney si stagliava la sagoma de «La casa di Topolino», nuova serie che dal 13 maggio su Disney Channel terrà compagnia ai più piccoli. «Ma il nostro pubblico è la famiglia: basta con la storia che facciamo cartoni e film per bambini». Roy promette rinnovate meraviglie «e un pronto recupero di molti artisti della matita che erano stati licenziati dalla gestione precedente perché sacrificati sull'altare delle nuove tecnologie digitali». Come digitale sono comunque il cartoon dell'estate 2007 American Dog, protagonista un cagnetto novello Kerouac che gira gli Usa; e la nuova principessa dalla lunga treccia Rapunzel Unbraided: «Il ritorno alla favola classica in cui Raperonzolo verrà trattata al computer ma preservando l'aspetto delle produzioni classiche disegnate a mano». Roy Disney non mancherà poi di rinverdire la sua vecchia passione per il classico Fantasia e anticipa al Giornale: «Presto distribuiremo un nuovo film d'autore musicale, La piccola fiammiferaia, diretta dal regista de Il Re Leone Roger Allers. Si tratta di un cortometraggio privo di dialoghi. Una vicenda ambientata in una Mosca gelata sulle note di Borodin. La piccola protagonista muore stringendo gli ultimi fiammiferi spenti fra le dita.

Un altro passo verso un cinema d'animazione affrancato da vecchi tabù».

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