Politica

La Russa: «Militari nei cantieri per combattere le morti bianche»

da Roma

Forse adesso il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, si aspetterà un plauso. Da parte di tutti coloro che in «maniera accorata o polemica» hanno chiesto attraverso i giornali (che sta facendo raccogliere) di utilizzare l’esercito nel contrasto al fenomeno incivile delle «morti bianche». Perché a breve, «entro settembre» fa sapere dalle pagine del quotidiano catanese La Sicilia, i soldati potrebbero essere impiegati anche all’interno dei cantieri.
Premettendo che i militari «non possono fare da tappo a tutti i guai che ci sono», La Russa annuncia per il rientro dalle vacanze un disegno di legge per la sicurezza sui luoghi di lavoro per contrastare un fenomeno in apparenza dilagante. Con una nota polemica nei confronti de l’Unità, che nei giorni scorsi aveva invitato ad usare l’esercito a presidio di fabbriche e cantieri. Al quotidiano ricorda infatti che «presso il ministero del Welfare c’è già un nucleo di carabinieri che se ne occupa» e che quindi «non c’è solo l’ispettorato civile per gli incidenti sul lavoro». Una decisione, quella di La Russa, su cui ha pesato fortemente anche la sollecitazione del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che a più riprese e fin dall’inizio del mandato nei propri interventi ha puntato il dito contro il fenomeno «inaccettabile» delle «morti bianche». Un appello quello del capo dello Stato a cui La Russa intende rispondere «irrobustendo i controlli, sempre da parte dei carabinieri, con ispezioni a tappeto o anche a campione nei cantieri». Un deterrente che però non può bastare a frenare l’emorragia di vite umane senza la collaborazione delle stesse imprese: «Le grandi aziende - spiega - spesso ci tengono a far rispettare le regole. Sono quelle medio piccole che non le applicano, spesso l’imprenditore lavora a fianco dei dipendenti ed è il primo a non badare alla sicurezza». Un atteggiamento, per il ministro, che nasce «per comodità, strafottenza o eccesso di sicurezza», tanto che, si chiede, La Russa «quanti operai non mettono il casco di protezione?».
L’idea del disegno di legge, una «tra tutte le opzioni richieste», La Russa la sta cullando da tempo. Per farla venire alla luce è servita «l’ultima spinta del presidente Napolitano», ricorda, ma anche, probabilmente, un clima maggiormente propizio all’impiego dei militari, dopo la positiva risposta da parte degli italiani che hanno in maggioranza accolto con favore i soldati nelle strade. La formula dovrebbe essere quella, che si pensa collaudata, prevista nel Decreto sicurezza. Quindi pattuglioni misti Carabinieri e Esercito, anche se, ricorda La Russa, «il meccanismo lo stiamo ancora studiando, debbo ancora parlare con il ministro dell’Interno». Dunque delle task force con il compito di effettuare controlli a sorpresa e che rappresentino «una presenza forte per invertire questa tendenza chiamiamola culturale o di abitudine». E in grado di dare una risposta ad un problema che il ministro avverte «tanto forte quanto la criminalità».
Complice la domenica, poche le reazioni. Un primo «bravo» a La Russa lo manda il portavoce di Articolo 21, Giuseppe Giulietti. Con l’augurio però che se da una parte si mandano i carabinieri nei cantieri «dall’altra non si indeboliscano i controlli ordinari e la prevenzione». Timore su cui concorda l’ex ministro del Lavoro, Cesare Damiano. Non si può inviare l’esercito, dice, e insieme «manomettere le tutele del testo unico sulla sicurezza e tagliare le risorse per le ispezioni».

«Forse - chiosa - i ministri dovrebbero mettersi d’accordo tra di loro».

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