Politica

Rutelli rispolvera «l’alleanza di nuovo conio»

da Roma

La formula preferita da Francesco Rutelli fa venire i brividi a Walter Veltroni. Perché quando la utilizzò per la prima volta, un anno fa, si disse che fu «destabilizzante» per Romano Prodi, allora presidente del Consiglio. Come è andata a finire quella vicenda è cosa nota. Che piega prenderà quest’altra, è tutto da scoprire. Fatto sta che ieri a Todi, dove si tiene il tradizionale seminario della fondazione Liberal di Ferdinando Adornato, Rutelli lo ha fatto di nuovo: ha auspicato per il centrosinistra «alleanze di nuovo conio». Che oggi significa buttare alle ortiche la coalizione che Veltroni ha portato alle elezioni - Partito democratico più Italia dei valori - e imbarcare l’Udc di Pierferdinando Casini. Allora, ai tempi del governo Prodi, significava escludere l’altra sinistra radicale, quella di Rifondazione comunista, Pdci e Verdi. Oggi allontanarsi da Antonio di Pietro.
Ieri al convegno di Liberal (un appuntamento prima legato a Forza Italia e oggi alla Vela) per disinnescare ogni tentazione centrista c’era anche Piero Fassino, anche lui interessato ad alleanze con Casini. Ma gli occhi erano puntati su Rutelli, che non ha deluso le attese rivolgendo un invito chiaro all’Unione. «Bisogna fare alleanze per il cambiamento partendo più che dalle geometrie, dai problemi che vanno affrontati per il Paese. Vedo qui molte persone che intendono mettere i valori nel motore del cambiamento. Credo che una riunione come questa la ricorderemo come una in cui abbiamo gettato semi per il futuro. Ci vogliono grandi artisti per un nuovo conio e sul disegno il dibattito è aperto».
Difficile capire se si tratti di un invito in linea con le indiscrezioni che circolano da settimane, e cioè di un progressivo allontanamento di Rutelli dal Pd. Di sicuro l’intervento di Fassino è apparso più linea con il Partito democratico. Udc e Pd, ha detto, «devono verificare se all’opposizione ci sono temi sui quali confluire: è evidente che costruire questa possibilità, questa convergenza all’opposizione va pensata anche nella possibilità che diventi un’alleanza che noi proponiamo al Paese». In sostanza, uniti nel fare opposizione in Parlamento e poi si vedrà. Un auspicio funzionale alla linea scelta da Veltroni che anche ieri ha escluso ogni possibilità di dialogo con il centrodestra. Entrambi dovranno comunque fare i conti con Casini. Che per il momento non sceglie la sua strategia. «Le alleanze le scopriremo solo vivendo, ma non è che ogni volta dobbiamo andare da soli». Quello che è certo è che le alleanze si faranno anche sui valori condivisi. E che l’Udc non accetterà «la demonizzazione di Berlusconi, la nostra non è un’opposizione ideologica a Berlusconi».
Altra certezza è l’avvicinamento di Clemente Mastella.

Che venerdì ha incassato gli applausi dei centristi e la promessa di una candidatura alle prossime europee.

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