Brasile 2014

Azzurri tra speranze e polemiche, ma ognuno va per conto suo

Dichiarazioni post Costa Rica tra voglia di riscatto e delusione, ma a sorprendere è la mancanza di visione comune

La rabbia di Insigne
La rabbia di Insigne

La disfatta andata in scena a Recife ci fa ritornare indietro con il pensiero a 4 anni fa, quando riuscimmo nell'impresa di impattare con la Nuova Zelanda e poi perdere con la Slovacchia: due risultati che uniti al pareggio ottenuto all'esordio contro il Paraguay ci costrinsero a tornare a casa a testa bassa, eliminati nei gironi del mondiale sudafricano. Eppure la batosta che l'Uruguay ha preso con i Centroamericani avrebbe dovuto metterci in guardia sul fatto che gli uomini di Pinto non erano da prendere sottogamba. Invece la nostra Nazionale è stata incapace di trovare l'antidoto per disinnescare Campbell e compagni, con il risultato che ora, come spesso ci è accaduto, ci ritroviamo a fare calcoli (e scongiuri) per il passaggio della fase a gironi.

Nel post-partita pochi sono gli Azzurri che hanno avuto voglia di parlare. Buffon ha fatto autocritica e ha messo l'accento su come quanto accaduto oggi dimostri che non vi sono più le cosiddette squadre "materasso". Cassano, per cui quella di ieri è stata la prima apparizione in una fase finale, sperava sicuramente in un altro epilogo e in un suo impatto diverso sul match, ma sembra non aver perso la speranza nel passaggio del turno. Il fantasista dei Ducali ha, infatti, affermato che quello che ora è assolutamente necessario fare è lavorare per:

"Arrivare con le batterie cariche al match con l'Uruguay" e che se ci si riuscirà, il passaggio del turno verrà centrato. Quando gli è stato chiesto se il clima non possa aver inciso sulla prestazione della squadra, ha smontato tale tesi, dichiarando lodevolmente come "il caldo c'era anche per i Centroamericani". Quindi ha concluso dicendo che l'unica cosa da fare ora è "una grande prestazione contro Suarez e compagni".

Anche Insigne ha detto la sua sulla sconfitta di oggi. Il Napoletano, che come Cassano non è riuscito a cambiare l'inerzia del match, ha riconosciuto i meriti dei nostri avversari, elogiando, però, la voglia della nostra squadra di recuperare lo svantaggio e la capacità di non prendere altri goal (?!?), cosa che avrebbe:

"Compromesso in maniera forse definitiva il discorso qualificazione"

Dichiarazioni polemiche sono, invece, arrivate dall'ultimo giocatore buttato nella mischia con la speranza di recuperare il risultato. Cerci, quando gli è stato detto che il ct si attendeva "un maggior apporto qualitativo dai cambi", ha risposto che:

Quando è chiamato in causa cerca di dare sempre tutto per la squadra e per i compagni" e che, a volte, questo non si concretizza automaticamente in goal o assist perché entrando nello spezzone finale di un match non è semplice entrare subito in partita", concludendo di non sentirsi assolutamente chiamato in causa dalle critiche.

Quando gli è stato fatto notare nuovamente come i cambi non abbiamo portato alcun giovamento all'Italia, ridendo ha ricordato di aver giocato solo 20 minuti: un modo per dire che le colpe della sconfitta sono di chi in campo è sceso prima di lui. Non proprio l'uscita più opportuna per una squadra che deve, prima di tutto, ritrovare la propria compattezza

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