Salute

Il cancro si combatte (anche) allo specchio

Maria Sorbi

Le terapie anti cancro sono pesanti, spesso devastanti. Ed è vero che non hanno più nulla a che fare con le chemio vecchia maniera, ma causano ancora parecchi effetti collaterali. Compresi quelli estetici. Le pazienti sono pronte a tutto pur di guarire ma se potessero coprirebbero tutti gli specchi di casa per non vedersi gonfie, glabre ed emaciate.

Non si tratta di vanità femminile, nient'affatto: avere un aspetto gradevole fa sentire meglio. Psicologicamente e fisicamente. Lo dice anche la Costituzione dell'Organizzazione mondiale della sanità: «La salute è uno stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia». E lo stesso Umberto Veronesi incoraggiava gli oncologi a utilizzare la bellezza come medicina anti-depressiva per le pazienti e come «arma» di cura. Al pari di un farmaco.

Secondo uno studio realizzato allo Spazio Benessere dello Ieo di Milano e pubblicato dalla rivista scientifica Quality of life Research, la qualità della vita di una persona sotto cura oncologica migliora se la sua pelle, intossicata dalle terapie, viene trattata in modo adeguato.

CURARSI ALLO SPECCHIO

Di fatto il miglioramento estetico dimezza il malessere emotivo, man mano che migliora la percezione del problema cutaneo. «Il risultato più importante - spiega Carolina Ambra Redaelli, presidente di Apeo, associazione professionale di estetica oncologica - è la riduzione dello stress e del senso di frustrazione che va di pari passo con il miglioramento dei problemi alla pelle. Potersi lavare il viso senza sentire bruciori, pizzicori e pruriti costanti è stato importante per queste donne. Così come risolvere i problemi a unghie, mani e piedi: poter afferrare oggetti senza sentire dolore o abbracciare le persone senza paura di graffiarle sono realtà quotidiane che hanno un grande impatto nello stato d'animo. Migliorare lo stato dei piedi e delle unghie significa poter mettere le scarpe e uscire, ricominciare a vivere».

Per questo l'associazione Apeo organizza corsi di formazione per le estetiste: 120 ore e 6 seminari di 2-3 giorni tenuti da esperti professionisti e da alcuni oncologi dell'Ieo. Il risultato è un make up «curativo». Alcune estetiste, oltre a operare nel loro centro, hanno avviato collaborazioni con strutture sanitarie, ambulatori medici e farmacie. E le clienti non mancano: una donna italiana su tre sarà costretta a sottoporsi a una terapia oncologica nel corso della sua vita. Sembrano sciocchezze, ma solo l'idea di prendersi cura di se stesse, non solo con le medicine, fa stare meglio. Così come alleggerisce l'anima affidarsi alle mani dell'estetista per superare quel pudore e quel senso di vergogna che si può provare durante la malattia. Insomma, una seduta di fronte allo specchio tra fondotinta e ombretti a volte vale quanto una seduta dallo psicologo. E di sicuro regala sorrisi.

PARRUCCA DETRAIBILE

Fondamentale per mantenere un aspetto sano e per sentirsi sicure con gli altri è la parrucca. Che tuttavia rappresenta un costo elevato, a cui tante pazienti non possono far fronte. Se è fatta di capelli sintetici può costare fino a 500 euro, se invece è stata ricavata da capelli veri supera i mille euro.

A conferma del fatto che la parrucca per una donna sotto terapia oncologica non sia un vezzo ma un mezzo per sentirsi meglio e affrontare con più grinta la malattia, è anche la scelta dello Stato di inserirla nelle voci detraibili dalla dichiarazione dei redditi. Oltre alla detrazione fiscale, una decina di regioni (Toscana, Piemonte, Lombardia, Liguria, Basilicata, Marche, Trentino Alto-Adige, Veneto, Umbria, Puglia) stanziano fondi a parziale o totale copertura della spesa. Infine, alcune associazioni di volontariato operanti sul territorio mettono a disposizione parrucche per pazienti oncologiche. E per tante di loro è stata una soluzione fondamentale, soprattutto per quelle che non hanno voluto raccontare di essere malate o per le mamme che non vogliono farsi vedere diverse dai propri figli.

CORSI DI TRUCCO

Le associazioni che organizzano corsi di trucco sono numerose. Tra queste c'è «La Forza e il sorriso onlus» che da 2007 a Milano riunisce le donne in terapia e le istruisce su tutti i trucchi del mestiere per sentirsi più carine. «Durante i laboratori di bellezza, tutti gratuiti, creme idratanti, gloss e ombretti si trasformano in insolite e colorate armi per combattere la malattia e mascherare gli effetti secondari delle cure - spiega la presidente Anna Segatti - Il tutto in un clima di empatia e complicità femminile. Il sorriso di ogni singola partecipante è la nostra più grande ricompensa».

Mentre l'estetista spiega come ridare colorito agli zigomi o coprire le occhiaie con creme primer color pesca, la psicoterapeuta fa il resto, dando supporto e aiutando a ritagliare una parentesi di distrazione e benessere nell'arco di giornate fatte di flebo, nausee e debolezza.

I corsi si sono rivelati talmente utili da diventare una prassi consolidata in tutti gli ospedali oncologici grazie al supporto delle volontarie.

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