Salute

Chirurgia non invasiva contro i vizi refrattivi Servono solo 10 minuti

Lo specialista Sebastio: «Tecnologia avanzata con il laser. Vita normale dopo pochi giorni»

Viviana Persiani

Problemi alla vista? Nello specifico, la miopia, l'ipermetropia e l'astigmatismo sono riconosciuti dagli esperti come vizi refrattivi. I nostri occhi, attraverso la cornea, riescono a vedere la luce, percependone le diverse gradazioni solo quando, sotto forma di impulsi elettrici, raggiungono dalla retina la corteccia visiva del cervello. Proprio il modo in cui i raggi di luce vanno a fuoco sulla retina, permettendoci di vedere, è detto refrazione. Quando questa non avviene nella condizioni ottimali e i raggi non riescono a convergere esattamente sul piano retinico, dando origine, così, a un'immagine più o meno sfuocata, si manifesta un vizio refrattivo. Nulla di grave, visto che, come afferma il dottor Giuseppe Sebastio, specialista in oculistica, «oggi con la chirurgia refrattiva, in maniera non invasiva e indolore, si possono risolvere questi problemi».

In questo modo riesce a risolvere tutti i vizi di refrazione?

«Dopo una visita preliminare molto accurata, si decide il tipo di intervento da effettuare, escludendo tutti i casi nei quali, invece, sia meglio non intervenire. L'operazione, che non supera la durata dei 10 minuti, non è dolorosa. L'anestesia si fa con un semplice collirio, l'occhio non può chiudersi perché tenuto aperto da una mollettina (blefarostato) e anche se dovesse muoversi durante il trattamento un sistema di inseguimento (Eye Tracker) riesce a permettere un'ablazione perfetta. La tecnologia che utilizzo è la più avanzata esistente oggi e la qualità dei risultati dipende anche da questo».

Di che tipo di tecnologia sta parlando?

«Attraverso due tecniche, la PRK (Photo Refractive Keratectomy) e la LASIK (Laser in Situ Keratomileusis) risolvo i vizi refrattivi, cambiando, anche se in modo differente, la curvatura superficiale della cornea. Con la PRK si agisce a livello superficiale: dopo aver rimosso meccanicamente il rivestimento più esterno della cornea, l'epitelio, si agisce con il laser a eccimeri per rimodellare la stroma, la parte sottostante. Al termine del trattamento, sarà applicata una lente a contatto che il paziente dovrà portare per tre-quattro giorni, il tempo necessario per consentire il ripristino dell'epitelio mancante. Altra tecnica è la LASIK che, invece, non tocca l'epitelio; grazie al più sofisticato laser a femtosecondi esistente, la cornea viene applanata per ricavarne un lembo superficiale molto sottile che viene sollevato. A questo punto, si prosegue con il laser a eccimeri, e si scolpisce. Infine, il lembo viene riposizionato. Il paziente, in questo modo, è pronto».

Il post intervento?

«La PRK è una tecnica che, anche se in rari casi, può provocare dolore anche importante per una durata massima di tre giorni, fino alla rimozione della lente; sono sufficienti degli analgesici/antinfiammatori. La maggior parte dei pazienti potrebbe accusare fastidi, senso di corpo estraneo, fotofobia e lacrimazione importante. Nella LASIK, invece, il dolore è praticamente assente. In alcuni casi, durante le prime ore post intervento, si può manifestare un'importante lacrimazione, che sparisce il giorno successivo».

I tempi di recupero?

«Se per il recupero ottimale della vista possono volerci anche qualche mese, il paziente riprenderà una vita normale, dopo pochi giorni dal trattamento».

Info: www.

sgeye.it; Instagram@oculistasebastiorefrattiva

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