Tumori

"La cura Di Bella è inutile, vi spiego il motivo"

Maurizio Cantore, direttore del reparto di Oncologia di Massa e Carrara, era a Mantova nel '98 quando venne testato il metodo Di Bella su 80 pazienti, ecco cosa dice... Vai alla sezione

"La cura Di Bella è inutile, vi spiego il motivo"

Maurizio Cantore, ematologo e oncologo, da nove anni dirige il dipartimento di Oncologia dell’ospedale di Massa e Carrara. Ma quando partì la sperimentazione Di Bella, nel 1998, lavorava all’Oncologia di Mantova (era lì dall’89). Così ebbe modo di osservare il gruppo mantovano di pazienti reclutati per testare la terapia. E si formò la sua idea.

Quale, dottore?
“Il metodo Di Bella non serve. Il professor Di Bella ci lasciò comunque un’eredità importante: quella di relazionarsi sempre con il paziente”.

Partiamo dalla prima affermazione.
“Il metodo Di Bella è tossico, ho visto i pazienti vomitare.”

Si vomita anche per la chemio…
“Ma anche con la Di Bella erano evidenti i disturbi gastro-intestinali”.

In alcuni casi si sbagliò a somministrare la somatostatina, tutta in mezz’ora anziché in 12 ore…
“Da noi no, somministrazione corretta. Probabile che i malati fossero stati male per lo sciroppo ai retinoidi”.

Perché dice che il metodo Di Bella non serve? C’è gente che è guarita.
“L’unico farmaco che ha un senso è la somatostatina, ma va bene solo per i tumori neuroendocrini”.

Di Bella la usa per tutti i tumori perché blocca i fattori di crescita.
“Non è condivisibile quest’uso su tutti i tumori. Un tumore non cresce solo per il GH (fattore di crescita).

Infatti la somatostatina blocca tutti i fattori di crescita anche IGF1, VEGF, FGF…
"Ma se questo farmaco fosse così efficace, secondo lei, perché non viene usato?"

Questa domanda avrei voluto fargliela io…mi sto accorgendo che la usano in tanti ma non negli ospedali.
“La somatostatina non è in grado di bloccare la crescita delle cellule tumorali”.

Avete provato?
“Ho visto i risultati sugli 80 pazienti della sperimentazione: sono andati in progressione dopo che anche la chemio aveva fallito. Li ho visti piangere per i dubbi che i mass media e i pretori avevano creato, e noi medici eravamo guardati con diffidenza anche da quei malati che seguivamo da tempo…”.

Nonostante ciò qualcuno è vissuto a lungo con questa cura.
“Non quelli che erano qui”.

Parliamo della melatonina e del suo impiego nelle malattie del sangue?
“Non ha nessun effetto su linfomi e leucemie.”

Ma aumenta in modo evidente le piastrine.
“Anche se aumentano le piastrine non ci sono effetti sulla diminuzione del tumore”.

Parliamo dei retinoidi?
“Sono efficaci nella leucemia promielocitica acuta, li prescrivo anch’io ma solo in questo caso, hanno il potere di favorire la differenziazione cellulare (le cellule del cancro sono indifferenziate)."

Il metodo Di Bella include un centesimo di chemioterapico rispetto alla dose standard e questo garantisce minor tossicità.
“Anche noi usiamo in alcuni casi la chemioterapia metronomica, piccole quantità da somministrare tutti i giorni, in particolare fra i pazienti con recidive dopo ripetute chemioterapie, negli anziani, per i tumori del colon e della mammella”.

La chemioterapia alle dosi standard è tossica?
“Cerchiamo di ridurre gli effetti tossici con terapie di supporto, antinausea, antiemetici, idratanti, vitamine B6 e B12, acido folico”.

Parlava di un’eredità importante lasciata dal professor Di Bella…
“Certamente, il suo valorizzare la relazione fra medico e paziente è tanto più importante quando la malattia è il tumore. L’ascolto, la condivisione, il sostegno psicologico da parte del medico sono fondamentali, noi portiamo musica in ospedale con questo significato. (Due volte a settimana, dopo il turno, Cantore, si toglie il camice ma resta in reparto a suonare il pianoforte per i pazienti. Non solo: organizza concerti coinvolgendo i big della musica, da Renzo Arbore a Gino Paoli, da Paola Turci a Elio e le storie tese).

Se si presentasse da lei un ex malato di tumore, con le cartelle cliniche che attestano la remissione del cancro con il metodo Di Bella, lei cosa direbbe?
“Se uno sta bene mangiando il baco da seta, che continui a farlo”.

Gli prescriverebbe i farmaci?
“No, non sarebbe giusto usare i soldi del sistema sanitario, è denaro di tutti. Questo non vuol dire che abbandonerei il malato a se stesso, lo seguirei comunque.

La speranza deve morire dopo di noi e abbandonare un malato potrebbe significare spegnere la speranza”.

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