Cronache

Epatite C, arriva un nuovo farmaco. L'Aifa: "Cura per 80mila malati l'anno"

L'Aifa sfrutta la concorrenza tra le case farmaceutiche e dimezza i costi per il sistema sanitario: il nuovo piano per l'eradicazione dell'epatite C permetterà di curare 80 mila persone all'anno

Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin
Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin

È partito il nuovo "Piano di eradicazione dell'epatite C" dell'Aifa, voluto dalla ministra alla Salute Beatrice Lorenzin, che prevede di trattare circa 80mila persone all’anno per tre anni, grazie allo stanziamento di un miliardo e mezzo di euro deciso alla fine dell’anno scorso dal Governo.

L'Agenzia del farmaco punta tutto su un nuovo medicinale che sta per essere messo sul mercato e che in grado di curare tutti i genotipi dell'infezione. Dopo giorni di trattative, Mario Melazzini, il direttore dell’Aifa, ha deciso di mettere i due prodotti più usati fino ad ora, l’Harvoni e il Sovaldi, in fascia C, quella cioè non rimborsabile. Contemporaneamente sta trattando con la stessa azienda produttrice, la Gilead, per il terzo farmaco di nuova produzione. Si è anche accordato, spiega La Repubblica, con altri produttori che hanno allargato il mercato.

Cambiano anche i criteri con cui vengono selezionati i pazienti che hanno diritto al trattamento gratis. Mentre prima veniva curato gratuitamente solo chi aveva un'infezione in fase avanzata, con un costo di circa 14 mila euro a paziente per il sistema sanitario, i nuovi criteri allargati permetteranno di dare la cura praticamente a quasi tutti i malati, inclusi i tanti asintomatici, tutti gli operatori sanitari infetti ma anche coloro che hanno altre infezioni, come ad esempio l’Hiv, malattie croniche del fegato, diabete, obesità.

Con il vecchio accordo, segreto, siglato da Luca Pani, l’allora direttore di Aifa, con Gilead, sono stati curati circa 65mila pazienti. Ma la spesa aveva impedito di allargare le maglie dell'accesso, con la conseguenza che molti sieropositivi per comprare il medicinale a prezzo basso andavano all’estero, soprattutto in India, o cercavano di farselo spedire. Invece, con il nuovo piano, Aifa, che ha puntato sulla concorrenza tra le case farmaceutiche per portare il prezzo più in basso, dimezzerà la spesa per il sistema sanitario. Non sono ancora note le cifre su cui ci si è accordati con le case farmaceutiche.

Il nuovo “Piano di eradicazione dell’epatite C”, annunciato ieri dall’Agenzia del farmaco e voluto anche dalla ministra alla Salute Beatrice Lorenzin, grazie a uno stanziamento totale di un miliardo e mezzo di euro deciso alla fine dell’anno scorso dal Governo, permetterà di trattare circa 80mila persone all’anno per tre anni. Circa 300mila persone in tutto. Poi bisognerà valutare il da farsi perché, poiché in molti non sanno di averla, non è nota con precisione la diffusione della malattia in Italia: i dati variano da 300-350mila al doppio.

Secondo i nuovi criteri di Aifa, possono avere accesso al trattamento gratuito dell'epatite C, i pazienti con:
- Cirrosi in classe di Child A o B e/o con HCC con risposta completa a terapie resettive chirurgiche o loco-regionali non candidabili a trapianto epatico nei quali la malattia epatica sia determinante per la prognosi;
- Epatite ricorrente HCV-RNA positiva del fegato trapiantato in paziente stabile clinicamente e con livelli ottimali di immunosoppressione;
- Epatite cronica con gravi manifestazioni extra-epatiche HCV-correlate (sindrome crioglobulinemica con danno d'organo, sindromi linfoproliferative a cellule B, insufficienza renale);
- Epatite cronica con fibrosi METAVIR F3 (o corrispondente Ishack);
- In lista per trapianto di fegato con cirrosi MELD <25 e/o con HCC all'interno dei criteri di Milano con la possibilità di una attesa in lista di almeno 2 mesi;
- Epatite cronica dopo trapianto di organo solido (non fegato) o di midollo in paziente stabile clinicamente e con livelli ottimali di immunosoppressione;
- Epatite cronica con fibrosi METAVIR F2 (o corrispondente Ishack) e/o comorbilità a rischio di progressione del danno epatico [coinfezione HBV, coinfezione HIV, malattie croniche di fegato non virali, diabete mellito in trattamento farmacologico, obesità (body mass index ≥30 kg/m2), emoglobinopatie e coagulopatie congenite];
- Epatite cronica con fibrosi METAVIR F0-F1 (o corrispondente Ishack) e/o comorbilità a rischio di progressione del danno epatico [coinfezione HBV, coinfezione HIV, malattie croniche di fegato non virali, diabete mellito in trattamento farmacologico, obesità (body mass index ≥30 kg/m2), emoglobinopatie e coagulopatie congenite];
- Operatori sanitari infetti;
- Epatite cronica o cirrosi epatica in paziente con insufficienza renale cronica in trattamento emodialitico;
- Epatite cronica nel paziente in lista d'attesa per trapianto di organo solido (non fegato) o di midollo.

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