Salute

I denti effetto neve sono solo su Instagram Per averli brillanti non mangiate spinaci

Il colore dello smalto è un'eredità genetica Lo sbiancamento? Va bene ma con gel di qualità

Maria Sorbi

Siamo bombardati da pubblicità di modelle con i denti bianchi come la neve e ormai non c'è app per correggere le foto che non abbia la funzione «sbiancamento» del sorriso. Ma attenzione, il bianco puro è solo un miraggio da Instagram e social network. Nella realtà è impossibile avere uno smalto immacolato, per natura nemmeno i più fortunati lo hanno. Tuttavia ci si può avvicinare, tanto che ogni anno 120mila persone chiedono consulenza per schiarire l'arcata e migliorare il proprio aspetto.

QUESTIONE GENETICA

Innanzitutto va smentito un luogo comune: i denti più o meno ingialliti o ingrigiti non sono una questione di cattiva igiene (salvo qualche caso) ma una caratteristica genetica di ognuno di noi, come la carnagione e il colore dei capelli. In particolar modo, quelli ad assumere una colorazione più marcata sono i canini. Pur essendo un materiale particolarmente resistente e mineralizzato, lo smalto conserva una certa porosità e può lasciarsi attraversare da sostanze e particelle capaci di cambiare il colore alla dentina e allo stesso smalto.

NEMICI QUASI INDELEBILI

Tra i principali nemici dei denti bianchi ci sono il fumo di sigaretta, i collutori con clorexidina, il naturale invecchiamento ed i pigmenti alimentari, come quelli contenuti nel caffè, nel tè, nella liquirizia, negli spinaci e nel vino rosso, ma anche nei coloranti artificiali aggiunti alle bevande o ad altri prodotti alimentari.

Un caso particolare è l'accumulo di tetracicline assorbite durante trattamenti antibiotici. Certo, anche se non è la causa scatenante, una scarsa igiene orale favorisce il deposito della placca dentale e del tartaro e non contribuisce affatto a migliorare la situazione. Anzi, la placca crea una sorta di barriera che spegne letteralmente il sorriso: cioè si oppone alla riflessione della luce, elemento importante per valorizzare il bianco naturale dei denti. Le particelle colorate di alimenti, bevande e fumo, aderiscono infatti molto meglio ed in maniera più tenace alla placca matura ed al tartaro rispetto allo smalto. Il risultato finale è che i denti appaiono scuri, gialli, sempre più opachi e meno brillanti.

VAI DI SBIANCAMENTO

Dagli scaffali dei supermercati al banco della farmacia, le proposte per avere un sorriso «a prova di Instagram» sono innumerevoli e con prezzi tutto sommato abbordabili. Ma i dentisti non hanno alcun dubbio: sono prodotti del tutto inutili. Non necessariamente nocivi, ma inefficaci. Per legge infatti non possono essere venduti kit o gel che contengano le quantità di perossido di idrogeno e perossido di carbammide necessaria a un vero sbiancamento. Per raggiungere quelle percentuali serve la ricetta medica e bisogna passare da uno studio dentistico.

Il fai-da-te è stato fortemente sconsigliato anche all'ultimo congresso dell'Accademia italiana di odontoiatria, conservativa e restaurativa, durante il quale sono stati presentati i dati di uno studio che ha evidenziato come oltre la metà dei pazienti intervistati fosse insoddisfatta del colore dei propri denti. E come un paziente su due si sia limitato a rimuovere la patina superficiale che ricopre i denti. Al contrario, il processo di sbiancamento ossigena il dente.

La prima mossa dei dentisti è effettuare una pulizia dei denti con tanto di rimozione del tartaro. Solo dopo si procederà a un trattamento sbiancante di odontoiatria cosmetica professionale. Sono disponibili tecniche leggermente differenti, ma in genere si utilizzano agenti sbiancanti con un'alta percentuale di principio attivo, previa protezione delle gengive per ridurre il rischio di ipersensibilità. La sostanza sbiancante viene esposta alla luce di speciali lampade che innescano una serie di reazioni chimiche pro bianco. Per attivare l'effetto del gel sbiancante si può anche utilizzare il laser.

Viste le concentrazioni dell'ingrediente anti giallo, le sedute non possono durare più di una quarantina di minuti. Diverso il discorso delle mascherine realizzate su misura dal dentista ma da utilizzare a casa: si devono applicare all'arcata un paio d'ore ogni giorno ma contengono gel con percentuali più basse di perossido.

MEGLIO DI NO

«Lo sbiancamento non andrebbe mai effettuato sui minorenni e con sostanze che hanno un ph acido, che può danneggiare lo smalto» è la raccomandazione dell'Accademia italiana di odontoiatria. In generale, il trattamento è bene non sia applicato nemmeno a donne in gravidanza o in allattamento, più per precauzione che per conseguenze reali.

Meglio che si astengano anche persone con denti o gengive molto sensibili, pazienti allergici al perossido d'idrogeno, persone affette da gengivite, parodontite o carie ad uno stato avanzato, persone con otturazioni, corone o faccette, dato che non possono essere sbiancati.

Commenti