Salute

L'elisir della bellezza è un cocktail di staminali

Le cellule prelevate da zone adipose del corpo sono trapiantate in altre danneggiate o invecchiate

Daniela Uva

Riparano i tessuti lesionati, sostituiscono le cellule morte, permettono all'organismo di rigenerarsi. Per questo i trattamenti con le staminali negli ultimi anni sono diventati una strategia terapeutica in grado di contrastare molte malattie. Ma anche di superare le tradizionali tecniche di chirurgia estetica per ringiovanire o migliorare il proprio aspetto, in modo molto meno invasivo. Grazie a queste cellule ancora indifferenziate, considerate ormai un vero e proprio elisir di lunga vita, oggi è possibile far sparire le rughe ma anche permettere ai capelli di ricrescere.

Ottenere questi risultati è possibile anche in Italia, nonostante una legislazione che impedisce di conservare le staminali per uso estetico. «Le staminali altro non sono che cellule non specializzate, in grado di riprodursi in maniera illimitata e di differenziarsi successivamente spiega Pierfrancesco Cirillo, specialista in chirurgia plastica -. Sono localizzate in vari tessuti, dei quali costituiscono una sorta di riserva rigenerativa. Per trattare tessuti danneggiati o invecchiati normalmente si preleva il grasso da una zona del corpo per poi trapiantarlo nell'area che necessita di miglioramento».

PRIMO IL VISO

La tecnica più utilizzata nel nostro Paese viene definita lipofilling. «Si tratta, in altre parole, del trapianto di tessuto adiposo, adeguatamente trattato - prosegue l'esperto -. E' possibile effettuarlo sul viso, dove l'invecchiamento ha creato una diminuzione dei volumi oppure in altre parti del corpo». Naturalmente sia le cellule utilizzate sia le tecniche sono distinte da quelle utilizzate per curare alcune patologie. Insomma, per ringiovanire non entra in gioco il cordone ombelicale che oggi è possibile conservare per creare una «scorta» di staminali utili come terapie mediche. In campo estetico si utilizzano solo le cosiddette cellule staminali mesenchimali: «Rispetto alle altre, sono già avanti nel processo di differenziazione. Questo vuol dire che possono andare a replicare cellule non di ogni tipo, ma solo dei tessuti molli: muscoli, tendini, sinovia, grasso, cartilagine spiega Cirillo -. Per questo il trapianto trova applicazioni soprattutto in chirurgia ricostruttiva (per esempio nella ricostruzione mammaria), in ortopedia (in caso di artrosi al ginocchio o all'anca)». Oggi le tecniche più usate per ringiovanire in modo naturale sguardo e viso sono quelle mini invasive. «Il lipofilling consiste nell'aspirazione di tessuto adiposo da una zona donatrice, spesso addome, interno coscia o ginocchio prosegue -. Questo grasso viene centrifugato delicatamente per estrarre le cellule adipose e le cellule staminali che vengono così reinserite in quelle zone delle palpebre (occhiaie) e del volto (sopracciglio, zigomo, labbra, mento, mandibola) che presentano un aspetto stanco o non desiderato. Lo scopo è ringiovanire in modo naturale e armonico il volto. La tecnica è eseguibile in anestesia locale in regime ambulatoriale o di day hospital». A beneficiarne sono soprattutto volto e occhi. «Sul seno ci sono ancora delle perplessità in chirurgia estetica afferma Cirillo -. Sul gluteo, le principali società scientifiche mondiali hanno sconsigliato il trapianto di grandi quantità di tessuto adiposo dopo casi di gravi complicazioni». Dove invece questa tecnica è utilizzabile senza effetti collaterali i vantaggi sono molti: «Si procede in anestesia locale, con una leggera sedazione. La convalescenza è abbastanza veloce e la ripresa dell'attività sociale va da pochi giorni a una settimana».

OCCHIO ALLA SALUTE

Naturalmente affinché tutto vada per il verso giusto è necessario ricordare sempre che il lipofilling è un vero e proprio trapianto. «Per questo deve essere sempre effettuato da specialisti in chirurgia plastica, in ambienti assolutamente garantiti e sterili avverte Cirillo -. Il tessuto adiposo deve essere trattato con kit appositi che ne garantiscano la completa protezione da possibili infezioni. Una copertura antibiotica è necessaria, così come una accurata anamnesi del paziente che escluda patologie quali per esempio diabete o collagenopatie».

Con queste norme di sicurezza è possibile procedere senza grossi rischi. E questo spiega il successo globale di questo approccio. Basti pensare che, in base a una recente indagine dell'Isaps (Società mondiale di chirurgia plastica estetica) nel 2017 sono stati registrati in tutto il mondo più di 600mila trapianti di tessuto adiposo sul viso, più di 330mila sui glutei e più di 137mila sul seno.

L'Italia rappresenta il quinto Paese dopo Usa, Brasile, Giappone e Messico per numero di interventi chirurgici estetici.

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