Salute

Le lenti a contatto che riparano dal sole

Le lenti a contatto che riparano dal sole

Sono le finestre dell'anima ma in estate meglio non lasciarle troppo aperte. Come la pelle, anche gli occhi hanno un nemico nascosto nei raggi del sole, anzi più di uno: oltre alle radiazioni ultraviolette, che possono far soffrire temporanemente la cornea o a lungo termine il cristallino, c'è la «luce blu» che può danneggiare cronicamente la retina.

Su spiagge assolate o passeggiando in montagna, anche l'occhio vuole la sua parte di protezione. La scienza sta chiarendo i meccanismi con cui la luce può fare del male agli occhi e mette a punto gli strumenti per prevenirlo. Dell'ultimo ha dato notizia a maggio Jama, il Journal of the American Medical Association: la prima lente a contatto fotocromatica, che si scurisce automaticamente quando ci si espone alla luce, è stata approvata dalla Food And Drug Administration degli Stati Uniti.

FILTRI NATURALI

Diversi disturbi dell'occhio hanno fra le cause accertate i raggi ultravioletti. Cosa fare? Il danno è reversibile: evitare altra esposizione, usare lacrime artificiali e, sotto controllo dell'oculista, un collirio contenente steroidi. La cronica esposizione anche a basse dosi è invece un fattore di rischio per il cristallino, la lente che fa da secondo filtro naturale contro i raggi Uv. La cataratta può impiegare anni per svilupparsi, ma ogni volta che ci si espone al sole senza protezione si può accelerare il processo, facendo crescere il danno ossidativo. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, dei 12-15 milioni di casi di cataratta all'anno, circa il 20% è provocato o aumentato dall'esposizione solare.

I CRISTALLINI CRESCONO

La severità del danno all'occhio può dipendere anche dalla pigmentazione della retina. Anche questa ha un suo meccanismo di difesa, basato sulla presenza di melanina: un pigmento interno che è proporzionale a quello della pelle e dell'iride (chi le ha più scure è più protetto) ma si riduce con l'età, secondo le stime del 50% fra i 24 e i 72 anni. Si può così arrivare alla degenerazione maculare, la principale causa di perdita irreversibile della vista negli over 65 nel mondo occidentale. La sua genesi rimane in parte non definita, ma gli oftalmologi concordano sull'incidenza dei raggi solari e in particolare della componente della luce blu.

All'attenzione per gli occhi dei bambini richiamano invece ricercatori dell'università di Tubinga. Gli occhi dei più piccoli, evidenziano, sono vulnerabili ai raggi ultravioletti per la totale trasparenza del cristallino: fino all'80 per cento dell'esposizione dell'occhio ai raggi Uv nella vita di una persona avviene prima dei 18 anni. Per questo «una efficiente protezione quotidiana dei tessuti sensibili dell'occhio, indossando occhiali da sole, lenti chiare o lenti a contatto anti Uv deve essere usata fin dalla prima età». Le raccomandazioni: far indossare cappellino con visiera larga e, dai 2 anni in su, gli occhiali da sole.

UNA CURA DA NOBEL

E' un gruppo di ricercatori italiani, del Cnr di Roma e della Fondazione Iret di Bologna, che in uno studio pubblicato a febbraio ha mostrato come il Ngf (Nerve growth factor), la proteina scoperta da Rita Levi Montalcini nel 1951 che la portò al premio Nobel, abbia una azione curativa rispetto ai danni alla cornea, alla retina e ai tessuti cutanei, dimostrando che la sua applicazione topica può proteggere le cellule dagli effetti dei raggi ultravioletti. L'esperimento è stato condotto sugli occhi di 40 topini, aprendo alla possibilità di una terapia farmacologica.

ATTENTI A SINISTRA

Gli scienziati recentemente hanno aggiunto anche un consiglio per gli automobilisti, che hanno il lato sinistro della faccia, quello vicino al finestrino, più esposto alle radiazioni solari. Diversi studi hanno documentato una maggiore prevalenza di cataratte all'occhio sinistro associate alla asimmetrica esposizione al sole di chi guida.

Per questo il Boxer Wachler Vision Institute, in California, ha condotto uno studio per mostrare l'importanza di una protezione dai raggi Uv sui finestrini delle auto. Sono stati esaminati 29 modelli diversi di auto prodotte fra il 1990 e il 2014 e si è riscontrato che, mentre la protezione anti Uv dei parabrezza arriva al 96%, per i finestrini si ferma al 71%.

Il consiglio finale: alle case automobilistiche di aumentare il livello di protezione dei finestrini, agli automobilisti di non lasciarli abbassati.

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