Salute

A me gli occhi, l'ipnosi guarisce i malanni

di Stefano Filippi

Dimenticate Giucas Casella, abbandonate lo stereotipo dell'incantatore che sussurra «a me gli occhi» e fa sprofondare in uno stato di incoscienza beata nel quale il malcapitato si trasforma in una gallina che razzola. L'ipnosi non è più un fenomeno da avanspettacolo, in realtà lo è stata unicamente al cinema e in tv, anche se nell'immaginario permane l'idea di una sorta di stregoneria che manipola la volontà della gente giocando sugli effetti speciali del trans. L'ipnosi è una terapia medica naturale, può curare lo stress e l'insonnia, il mal di testa e affezioni psicosomatiche come gastriti, dermatiti, coliti, disturbi sessuali, crisi d'ansia e di panico. Si utilizza come anestetico, contro i disturbi alimentari, nel trattamento delle dipendenze. Ma finisce addirittura in qualche centro benessere accanto a massaggi e diete ayurvediche. E qui ritorna lo stereotipo di una stravaganza che si può praticare senza essere seguiti da un medico.

«L'ipnosi è uno stato di trance, di dormiveglia, un appannamento della coscienza, un distacco dalla realtà indotto dal terapeuta», dice il dottor Loris Calzolari, medico di base specialista in chirurgia generale che dal 2002 si occupa di ipnosi clinica medica seguendo corsi, applicandola a talune categorie di pazienti e guidando seminari di approfondimento. «La persona non è sveglia ma nemmeno dorme; si trova in una situazione crepuscolare, un rilassamento in cui non perde la capacità di concentrazione». Una sensazione che si può provare quando ci si appisola davanti alla tv, si legge un libro, si ascolta musica: qualcosa ci prende e ci fa estraniare dal resto, ma se succede qualcosa di imprevisto riprendiamo subito il controllo di noi stessi.

COSA PROVOCA

Il mondo fuori giunge ma in forma attenuata. La parte razionale della nostra coscienza si allontana, si riduce l'attività critica, logica, intellettuale, mentre prende più piede l'inconscio, la parte emotiva della personalità spesso tenuta sotto controllo, quasi ingabbiata. Emergono gli istinti, i sogni, le paure. Resiste comunque un baluardo, che è il senso morale che costituisce il profondo della personalità, l'etica del paziente, ciò in cui egli crede. «Sotto ipnosi i principi più radicati non cedono - spiega Calzolari -. Un esperimento di qualche tempo fa lo chiarisce bene. Alcune persone sono state ipnotizzate e indotte a immaginare di trovarsi in una sauna; ma quando è stato chiesto loro di spogliarsi completamente, i cattolici si sono risvegliati. Il terapeuta non è in grado di imporre al paziente comportamenti che egli nel profondo di sé respinge e non può fargli fare qualcosa che non vuol fare». Qualcuno riesce a non farsi imporre proprio nulla: un 20 per cento dei pazienti è molto difficile da ipnotizzare, anche se può comunque imparare le tecniche di rilassamento. Nel rimanente 80 per cento si possono ottenere dei buoni risultati fino ad arrivare talvolta, nel 10 per cento dei casi, in persone particolarmente suggestionabili, a vere e proprie allucinazioni.

IN SALA PARTO

Con la terapia ipnotica si dorme meglio, si aumenta la concentrazione, si migliora il controllo delle emozioni, si recupera più rapidamente dal dispendio energetico. In ipnosi si partorisce. «Si può indurre un'anestesia locale per esempio nella chirurgia dermatologica garantisce il medico -. Uno sportivo in allenamento può immedesimarsi nel clima della gara e dare prestazioni migliori. Un bulimico può provare la sensazione di sazietà, e così pure chi è colpito da attacchi di fame nervosa». Molto efficace si rivela l'ipnosi clinica nei casi di disturbi intestinali come le coliti. «Le suggestioni vengono inviate all'inconscio che le prende per buone trasformandole in una nuova realtà psicofisica grazie al sistema nervoso autonomo e alla produzione di neuropeptidi. Quante volte invitiamo qualcuno a smettere di fumare o di mangiarsi le unghie, o cerchiamo di fargli passare uno stato d'ansia dandogli un ordine: piantala, stai calmo, dormi... E non otteniamo nulla, perché ci rivolgiamo alla sfera razionale. È come buttare un secchio d'acqua su un'armatura: scivola via. Se invece i messaggi vengono inviati alla sfera inconscia ed emotiva, che occupa il 90 per cento del nostro encefalo, gli effetti sono ben diversi».

In certi casi il terapeuta insegna anche tecniche di autoipnosi veloce che il paziente può applicare da solo per rilassarsi, in qualunque luogo o condizione si trovi, senza tramutarsi in un fenomeno paranormale. Il principio è lo stesso dei riflessi automatici di Pavlov: si definisce un certo gesto, per esempio il pugno chiuso attorno al pollice, e si attiva una specie di memoria inconscia. Quell'azione è come una password, una «parola chiave» la quale attiva un percorso neurologico che ha effetto su spasmi, dolori, stress, e comunque non preclude trattamenti farmacologici né psicoterapie.

Anche una seduta di ipnosi tradizionale, in presenza del terapeuta, si basa sull'invio di messaggi all'inconscio prestabiliti insieme con il paziente nel corso del colloquio preliminare. Può trattarsi di fissare un punto o una luce, oppure osservare un oggetto oscillante, il classico orologio da taschino appeso alla catena; o ancora suggestioni legate a immagini evocative e ricordi personali, positivi, che infondono uno stato di benessere. Si fanno scattare quelle «password» e si avvia la terapia.

MEDICO FIDATO

Il rapporto con il medico è fondamentale sia per il legame di fiducia e di empatia che si instaura, sia soprattutto perché il percorso terapeutico va preceduto da una visita approfondita con un'anamnesi adeguata che possa escludere l'esistenza di patologie organiche, va calibrato passo dopo passo e successivamente lo specialista deve essere in grado di gestire ciò che emerge dall'ipnosi. La terapia è più una forma di cooperazione che un'esibizione di potere unilaterale. Durante la seduta il paziente è seduto, in relax e si rende conto di ciò che lo circonda, sente i suoni, ode i rumori, ascolta la voce del terapeuta, risponde alle sue domande ma non si farà distrarre dall'ambiente circostante reale.

Non si cercano effetti speciali, ma semplicemente di riportare un equilibrio emotivo sfruttando la capacità dell'inconscio di essere suggestionabile.

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