Salute

Missione «paziente fragile» ecco la sfida per il futuro

Piano d'azione a supporto di prevenzione, assistenza e ricerca a favore delle persone meno autosufficienti

Riccardo Cervelli

Giungere alla definizione condivisa del concetto di «paziente fragile» e creare i migliori percorsi di presa in carico di queste persone rappresentano due sfide cruciali per i prossimi decenni. Ha scelto d'impegnarsi su questo fronte la Fondazione Salvatore Maugeri (FSM), che opera sulla scia dell'eredità del professor Maugeri, pioniere della medicina del Lavoro, il quale, nel 1965, ha dato vita a un gruppo di istituti di ricerca e cura a carattere scientifico (Irccs) che oggi conta 22 realtà in diverse regioni, con un totale di 2.300 posti letto convenzionati, 3.600 addetti, di cui 650 medici. A partire dalla medicina del Lavoro, questa realtà ha esteso la propria attività alle cure riabilitative (nelle aree pneumologia, cardiologia e neurologia) e quindi anche alla medicina interna, con particolare enfasi su quella geriatrica.

Nel 2016, FSM ha conferito l'attività clinica alla ICS Maugeri SpA, gruppo di cui rimane azionista di controllo e verso cui svolge un ruolo di indirizzo e finanziamento, in particolare nel settore scientifico, riversando ingenti sforzi nei confronti di diversi progetti di ricerca, anche a livello economico: «2,4 milioni di finanziamenti nel 2018, poco meno di 2 milioni nel 2017», spiega Luca Damiani, consigliere della Fondazione Salvatore Maugeri, che ora torna con una missione focalizzata sulla promozione della ricerca sulle problematiche del paziente fragile.

«Fondazione Salvatore Maugeri desidera diventare il principale riferimento culturale nello studio e nello sviluppo di attività di prevenzione primaria e secondaria a supporto del paziente fragile», dichiara il professor Gualtiero Brugger, presidente di FSM. «In continuità con i valori del passato, da sempre legati alla dedizione verso i pazienti meno autosufficienti, con particolari difficoltà nell'affrontare il progressivo deterioramento del proprio stato di salute, desideriamo promuovere l'evoluzione di modelli sanitari per la presa in carico del paziente fragile».

Chi è questo soggetto? Alcune caratteristiche comuni le ricorda il professor Antonio Spanevello, direttore Programmi Scientifici di Fondazione Salvatore Maugeri: «Dal punto di vista medico è un paziente infiammato, con un sistema immunitario in condizioni critiche. Una persona che soffre di comorbidità (coesistenza di diverse malattie, ndr), con un corpo vulnerabile a molti tipi di stress. Spesso è in età avanzata, necessita di assumere più farmaci e tende a subire frequenti ricoveri in ospedale».

Se non esistono ancora definizioni univoche dei pazienti fragili, non mancano statistiche sul numero di persone che possono essere considerati appartenenti o a rischio di ricadere in questa categoria. Fondazione Salvatore Maugeri cita uno studio sulla popolazione canadese, in cui viene evidenziato che, con il crescere dell'età, la fragilità aumenta dal 7% in pazienti con fascia d'età tra il 65-74 anni, al 36,6% in pazienti con più di 85 anni.

Un altro studio segnalato da FSM, compiuto da un gruppo di medici di medicina generale della regione Veneto nel 2018, stima che più del 20% dei pazienti anziani viene considerato fragile.

Per tornare alle attività della Fondazione, Damiani afferma: «Vogliamo essere catalizzatori dei bisogni e trovare insieme la strada per gestirli».

In questo «insieme», FSM vede, oltre ai medici e agli scienziati dei propri istituti, di altre realtà e i medici non ospedalieri, le istituzioni, le associazioni dei pazienti, i pazienti stessi e chi li assiste, e il mondo universitario.

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