Salute

Sclerosi multipla, una dieta ipocalorica ne rallenta il decorso?

A porsi il quesito due gruppi di ricerca italiani dell'Università Federico II di Napoli e dell'IRCCS Fondazione Santa Lucia di Roma

Sclerosi multipla, una dieta ipocalorica ne rallenta il decorso?

Nel mondo ne sono affette circa 2,3 milioni di persone, di queste 600mila in Europa e oltre 122mila in Italia. La sclerosi multipla è una malattia neurodegenerativa demielinizzante, ovvero con lesioni a carico del sistema nervoso centrale. Ad oggi le cause della patologia sono ancora incerte. I ricercatori, tuttavia, ritengono che una combinazione di diversi fattori possa essere coinvolta nella sua insorgenza. Si ricordino innanzitutto le cause immunologiche. Il processo degenerativo è infatti mediato dal sistema immunitario. Rimane però sconosciuto l'antigene che induce le cellule immunitarie ad attaccare il sistema nervoso centrale. Per quanto riguarda le cause ambientali, è noto che la sclerosi multipla si manifesta più frequentemente in aree lontane dall'equatore. Considerando parametri quali l'età, il sesso, l'etnia, gli scienziati stanno cercando di comprendere le motivazioni di questa evidenza. Non si può inoltre escludere che possa essere associata ad agenti infettivi (virus, batteri e altri microbi) contratti durante l'adolescenza. Infine le cause genetiche fanno leva su determinati studi che dimostrano una maggiore prevalenza di alcuni geni in popolazioni con tassi più alti della patologia. Durante il corso della malattia certi sintomi vanno e vengono, mentre altri sono duraturi. Tra le manifestazioni maggiormente comuni rientrano:

- Stanchezza;

- Difficoltà nel camminare;

- Disfunzioni a livello vescicale e intestinale;

- Disturbi visivi;

- Vertigini;

- Dolori;

- Alterazioni di tipo cognitivo;

- Depressione.

Una dieta ipocalorica è in grado di rallentare il decorso della sclerosi multipla? Si pongono questo quesito due gruppi di ricerca italiani dell'Università Federico II di Napoli e dell'IRCCS Fondazione Santa Lucia di Roma. Poco più di dieci anni fa un team di specialisti scoprì che elevati livelli di leptina possono ridurre la capacità delle cellule T regolatorie di tenere a bada la proliferazione delle cellule T autoreattive, coinvolte queste ultime nell'insorgenza della malattia. Un consumo eccessivo di grassi animali e di zuccheri innalza i valori di leptina. Partendo da questi presupposti, i gruppi di ricerca di Napoli e di Roma proveranno a capire se una dieta ipocalorica è in grado di incidere sulla funzionalità del sistema immunitario.

I risultati dello studio saranno già disponibili nel 2020.

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