Salute

Se l'umore diventa una malattia

Dall'1 al 3% degli adolescenti soffre di sbalzi patologici. Incontro a Brescia

Luigi Cucchi«Una spina nel cuore». Con questa immagine una mamma descriveva il dolore che accompagnava tanti momenti del suo difficile rapporto con il figlio con personalità borderline, un disturbo nella regolazione delle emozioni. Colpisce dall'1 al 3% degli adolescenti e circa il 4% dei giovani adulti. Questa anomalia della personalità è caratterizzata da repentini cambiamenti di umore, instabilità dei comportamenti nelle relazioni con gli altri, marcata impulsività. Giovani che oscillano rapidamente tra la serenità e la forte tristezza, tra l'intensa rabbia ed il senso di colpa. A volte emozioni differenti sono presenti nello stesso momento, tanto da creare caos nel soggetto e nelle persone a lui vicine. Difficile stabilire rapporti di amicizia, affetto o amore nel tempo. Facili i fallimenti nei rapporti interpersonali. I familiari e partners sono travolti in un vortice di emotività, dal quale spesso è difficile uscire.Data la componente affettiva del disturbo, il quadro clinico è spesso sovrapposto o confuso con il disturbo bipolare, con il quale spesso coesiste. La diagnosi risulta difficile e ciò è uno dei motivi per cui spesso il programma di diagnosi e cura viene ritardato. I borderline hanno un comportamento altalenante tra il bene ed il male. Un tempo si riteneva che fosse un disturbo della personalità dovuto ad un'instabilità del carattere, sopravvenuta in seguito alla scadente educazione, ma oggi si arriva ad ipotizzare che abbiano un'intelligenza appena sufficiente e, quel che è peggio, si accende e si spegne, in occasione di vandalismi, persecuzioni e crimini. L'attuale normativa sociosanitaria non prevede il censimento delle persone borderline anche se spesso sono segnalate dagli insegnanti di sostegno per il loro comportamento al confine della normalità. Oggi con strumenti di laboratorio sofisticati si evidenziano alcuni aspetti funzionali dell'encefalo riconducibili a questa patologia, ma si rimane incerti sulle origini del disturbo, soprattutto perché le possibili cause non sono del tutto ancora note. Si ipotizzano lesioni prenatali di natura genetica o dipendenti da problemi immunitari, virali, neurochimici, intolleranze alimentari o alcolismo dei genitori. Elevata la richiesta di assistenza psicologica anche prolungata o utilizzo dei servizi di pronto soccorso. Nel caso di crisi gravi, necessaria valutazione psichiatrica in presenza di condotte parasuicidarie, abuso di sostanze e disturbo del comportamento alimentare. Le ultime evidenze scientifiche, confutano la tesi dell'immodificabilità della malattia ed evidenziano che più della metà dei pazienti va incontro a remissione del disturbo nell'arco di alcuni anni.È per questo che, presso l'Irccs Centro San Giovanni di Dio Fatebenefratelli di Brescia, si svolgono incontri tra neuropsichiatri e psicologi, per discutere sulla diagnosi e cura di questa difficoltà esistenziale. «Nonostante la gravità di questo disturbo chiarisce la psicoterapeuta Roberta Rossi i Servizi sono spesso organizzati attorno a modelli assistenziali rivolti ai pazienti psicotici, mentre riservano alla popolazione borderline solo trattamenti in urgenza. Le ultime ricerche dimostrano che alcune cure possono essere efficaci: strategie elastiche che integrino approcci diversi, sia psicoterapeutici, sia farmacologici. All'interno di queste scelte, il coordinamento va assegnato alla psicoterapia».

Devastanti le ripercussioni sulla famiglia che merita sostegno.

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