Salute

Sonnolenza diurna, campanello d’allarme per l’Alzheimer?

La malattia potrebbe essere favorita dai disturbi del sonno

Sonnolenza diurna, campanello d’allarme per l’Alzheimer?

La sonnolenza diurna potrebbe essere rivelatrice di una possibile propensione ad ammalarsi di Alzheimer. I depositi di proteine tossiche nel nostro cervello, chiamate placche di beta-amiloide, sono tipiche di questa temuta patologia. Le persone che durante il giorno si sentono assonnate, presentano un rischio maggiore di ammalarsi.

La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Sleep, e tra gli autori vi è anche Luigi Ferrucci del National Institute on Aging degli Stati Uniti. Lo studio è stato fatto su un numero elevato di volontari, controllati per un lungo periodo. Il presupposto da cui i ricercatori sono partiti è stato quello di collegare i disturbi del sonno alla demenza.

Ai soggetti presi in esame è stato chiesto precedentemente di compilare un questionario inerente ai loro momenti di riposo notturno e diurno. Le domande erano rivolte a indagare la qualità del sonno, gli eventuali riposini pomeridiani e una possibile sonnolenza nelle ore diurne. I partecipanti allo studio sono stati seguiti per diversi anni, alcuni anche per 16 anni, e sottoposti a esami particolari, come per esempio la PET, con lo scopo di individuare nel cervello la presenza della proteina tossica beta-amiloide.

Il risultato finale è stato che i volontari che avevano dichiarato durante il sondaggio di provare sonnolenza nel corso della giornata, rischiavano tre volte di più rispetto agli altri soggetti di avere depositi della proteina. Ancora non è chiaro come questi due fattori siano uniti tra loro. Le possibili risposte sono fondamentalmente di due tipi.

Nel primo caso sarebbe il disturbo del sonno a causare accumuli di beta-amiloide e sonnolenza diurna. Nel secondo caso sarebbero invece gli accumuli di questa proteina a favorire i disturbi del sonno e probabilmente la sonnolenza nelle ore diurne.

Adam Spira, lo studioso primario della ricerca, ha detto che qualora si fosse certi che i disturbi del sonno possono favorire l’Alzheimer, “potremmo adoperarci per trattare i pazienti con problemi di insonnia per evitare questa grave malattia”.

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