Salute

Staminali per ringiovanire le cellule del sangue: lo studio

La ricerca del GITMO (Gruppo Italiano Trapianto Midollo Osseo) è stata coordinata dal professore Corrado Tarella

Staminali per ringiovanire le cellule del sangue: lo studio

I telomeri sono strutture del DNA con il compito di proteggere i cromosomi dai danni esterni e dal deterioramento. Da tempo la ricerca scientifica ha documentato che la loro misura è correlata con l'invecchiamento della cellula, ovvero dello stesso organismo. Si nasce con telomeri delle stessa lunghezza e l'accorciamento è legato a vari fattori. Innanzitutto l'attività della telomerasi, l'enzima che li ripara e li restaura. Altre cause dipendono dalle condizioni ambientali, dal fumo e dalla chemioterapia. La ricerca biomedica ha focalizzato l'attenzione sulle modalità utili a rallentare l'accorciamento di queste regioni del cromosoma e il trapianto di cellule staminali emopoietiche rimane tutt'ora la terapia salvavita per la cura di numerose malattie del sangue, anche gravi. Tuttavia l'individuazione di un donatore di midollo compatibile è un'impresa assai ardua e gli scienziati cercano soluzioni alternative ugualmente efficaci. Una di queste potrebbe essere rappresentata dalle cellule staminali presenti nel sangue del cordone ombellicale che possiedono telomeri lunghi e mai esposti a danni ambientali.

Uno studio del Gruppo Italiano Trapianto Midollo Osseo (GITMO), coordinato da Corrado Tarella, Direttore della Divisione di Ematologia dell'Istituto Europeo di Oncologia e professore dell'Università degli Studi di Milano, ha dimostrato che il trapianto di staminali del cordone ombellicale permette di ringiovanire le cellule del sangue. Nella ricerca, pubblicata sulla rivista Biology of Blood and Marrow Transplantation, sono stati coinvolti 36 pazienti con età media di 42 anni che recentemente avevano ricevuto un trapianto di midollo con cellule del cordone ombellicale. Grazie ad un semplice prelievo, sono state analizzate le cellule ematiche di questi pazienti e confrontate con quelle di un gruppo di controllo composto da persone sane e mai trapiantate. I telomeri dei primi sono apparsi significativamente più lunghi. Ma non è tutto. Dall'indagine è emerso che dopo il trapianto, soprattutto se le staminali provengono da un donatore maschio, il telomero si conserva più a lungo nelle donne.

Secondo gli scienziati tale fenomeno va di pari passo con l'attività estrogenica che regala al sesso femminile una maggiore aspettativa di vita.

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