Salute

Tatuaggi, pochi conoscono i rischi. Il 10 percento ha complicazioni

Secondo una ricerca Usa il 60% di chi ha complicazioni dopo un tatuaggio riporta problemi per mesi. E pure in Italia la situazione preoccupa

Tatuaggi, pochi conoscono i rischi. Il 10 percento ha complicazioni

Quella del tatuaggio è ormai una pratica sempre più diffusa. Secondo un'indagine di qualche mese fa sono più di sette milioni gli italiani tatuati, in tanti però non conoscono o ignorano le controindicazioni.

Da semplici arrossamenti fino a patologie infettive. In Italia il 3,3% dei tatuati dichiara di aver avuto complicanze o reazioni: dolore, granulomi, ispessimento della pelle, reazioni allergiche, infezioni e pus. Ma il dato, secondo l'Istituto Superiore di Sanità, è sottostimato. La maggior parte di questi (sono il 51,3%) ha sottovaluto i rischi, decidendo di non consultare nessuno, nè tatuatori nè medici.

Da oltreocano arrivano numeri se possibile più preoccupanti. La Langone University di New York nel 2015 ha pubblicato uno studio dal titolo "Contact Dermatitis". La ricerca evidenzia che il 10% dei tatuati ha avuto complicazioni dopo la pratica: il 60% di questi ha riportato problemi che sono durati per più di quattro mesi.

«Spesso il problema è un’infezione batterica - racconta Marie Leger, uno degli autori della ricerca americana -, ma in alcuni casi quello che abbiamo trovato era sicuramente una allergia all’inchiostro, persone che si sono fatte un tatuaggio rosso senza problemi, poi dopo qualche anno ne hanno fatto un altro e all’improvviso entrambi hanno iniziato a prudere e a gonfiarsi».

I sintomi di un tatuaggio infetto

Irritazione, arrossamento, sensazione di bruciore, gonfiore e dolore sull'area tatuata sono segni normali che appaiono nelle ore successive al tatuaggio. Se questi peggiorano nelle 48 ore successive però, è probabile che il tattoo si sia infettato. La febbre può essere il segnale di un'infezione in corso, per questo è meglio rivolgersi a un medico in caso si riscontri un innalzamento della temperatura in concomitanza con uno o più sintomi descritti prima.

Quando un tatuaggio è gravemente infetto può presentare secrezioni di pus giallastro o verdastro. La ferita inoltre tende a generare cattivo odore, avvisando così che il batterio sta danneggiando la pelle. In questi casi è necessario consultare un medico per farsi prescrivere una cura antibiocatica per debellare l'infezione.

Le contromisure da adottare

Sono tante le complicanze che si possono avere dopo un tatuaggio, ma per evitarle basta mettere in pratica alcune contromisure. L'Istituto Superiore della Sanità consiglia di rivolgersi sempre e solo a tatuatori in possesso dell'idoneità igienico-sanitaria. L'igiene è la prima cosa da verificare: gli aghi devono essere nuovi, sterili e soprattutto monouso. Attenzione anche agli inchiostri che devono essere sterili e atossici.

L'Iss inoltre sconsiglia di scegliere parti anatomiche in cui sono presenti nervi o in cui la cicatrizzazione sia particolarmente difficoltosa.

È altrettanto importante assicurarsi che la zona della pelle su cui si vuole fare un tatuaggio sia integra, sana e disinfettata.

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