Salute

Le terapie non vanno seguite a fasi alterne

Luisa RomagnoniSolo il 13% dei pazienti con bronco pneumopatie croniche ostruttive (Bpco)) e asma bronchiale aderisce alle terapie prescritte dal medico. Si assumono i farmaci in modo discontinuo e i medici cambiano cure attribuendo principi attivi più potenti. Non è colpa del medico e neppure del paziente, ma di una mancanza di comunicazione tra i due gruppi. Dei pazienti ricoverati per la Bpco solo il 57% prende farmaci appositi, mentre il 40% li utilizza occasionalmente. Questa la realtà emersa a Verona alla XIX edizione del Congresso nazionale sulle Malattie respiratorie con la partecipazione di 300 specialisti.«La riduzione di un punto percentuale di terapie occasionali permetterebbe di ridurre la spesa pubblica di oltre un milione di euro», ha affermato il professor Giorgio Lorenzo Colombo precisando che stiamo usando male i nostri farmaci. Le malattie più frequenti tra quelle respiratorie sono la Bpco, oggi in aumento, colpisce il 6% della popolazione, e l'Asma bronchiale, anch'essa con una prevalenza di circa il 6% nella popolazione. La prima incide prevalentemente a partire dal 6° decennio di vita, mentre la seconda è più giovanile, con un'età media di circa 38-40 anni. Secondo l'ultima ricerca, presentata al congresso, la prima ha un costo medio di euro 3290 per paziente -anno, con un aumento del 15% rispetto ai precedenti dati del 2008. Oggi la BPCO da sola costa circa 0.9 punti di PIL all'anno."Il Congresso di Verona si è confermato un evento centrale nello studio scientifico dell'asma e della broncopneumopatia cronica ostruttiva», ha affermato il professor Roberto Dal Negro, fondatore del Centro nazionale studi di farmacoeconomia e Farmacoepidemiologia Respiratoria con sede a Verona. « In questi anni sono stati sviluppati tutti gli aspetti delle malattie respiratorie, evidenziando la farmacoeconomia, di cui parlammo già nel 1991. Per quanto riguarda l'asma ha aggiunto Dal Negro - i costi siano stabili, con una media di poco superiore ai 1500 euro all'anno per paziente.

con una riduzione dei costi dei ricoveri ospedalieri».

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